lunedì 15 giugno 2020
"L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per servire il prossimo"
Il Papa: prendiamoci cura di chi ha fame di cibo e dignità
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“L’Eucaristia guarisce la nostra memoria chiusa”. Lo ha detto il Papa, che nella parte finale dell’omelia della Messa per il Corpus Domini, celebrata nella basilica di San Pietro davanti a circa 50 fedeli, ha spiegato che “le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi, ma anche agli altri. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Ci portano a reagire nei confronti degli altri con distacco e anche con arroganza, illudendoci che in questo modo possiamo controllare le situazioni. Ma è un inganno: solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano”. “Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia”, ha fatto notare Francesco: “Così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi; così fa Gesù, che si dona per dirci che solo aprendoci ci liberiamo dai blocchi interiori, dalle paralisi del cuore”. “Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro”, il monito del Papa: “L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!”.

“Con l’Eucaristia il Signore guarisce anche la nostra memoria negativa – quella negatività che viene tante volte al nostro cuore – che porta sempre a galla le cose che non vanno e ci lascia in testa la triste idea che non siamo buoni a nulla, che facciamo solo errori, che siamo sbagliati”. Ad assicurarlo è stato il Papa ancora nell’omelia della Messa per il Corpus Domini. “Gesù viene a dirci che non è così”, ha spiegato Francesco: “È contento di farsi intimo a noi e, ogni volta che lo riceviamo, ci ricorda che siamo preziosi: siamo gli invitati attesi al suo banchetto, i commensali che desidera. E non solo perché Lui è generoso, ma perché è davvero innamorato di noi: vede e ama il bello e il buono che siamo. Il Signore sa che il male e i peccati non sono la nostra identità; sono malattie, sono infezioni. E viene a curarle con l’Eucaristia, che contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività”.

Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza”, la tesi del Papa: “Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi a casa e al lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà perché, più in profondità, c’è Gesù che ci incoraggia col suo amore. Ecco la forza dell’Eucaristia, che ci trasforma in portatori di Dio: portatori di gioia, non di negatività”. “Possiamo chiederci, noi che andiamo a Messa, che cosa portiamo al mondo?”, l’invito di Francesco: “Le nostre tristezze, le nostre amarezze o la gioia del Signore? Facciamo la Comunione e poi andiamo avanti a lamentarci, a criticare e a piangerci addosso? Ma questo non migliora nulla, mentre la gioia del Signore cambia la vita”.

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