Far cadere le “false immagini” di Dio e di noi stessi, “contraddire” le sicurezze mondane su cui “pretendiamo” di appoggiarci e farci “risorgere” a un cammino umano e cristiano autentico, fondato sui valori del Vangelo. Nel giorno in cui si celebra la Santa Famiglia di Nazaret, papa Francesco - come riporta Vatican News - all’ultimo Angelus del 2017 ricorda le ragioni per le quali “Gesù è venuto” tra noi.
Non c’è situazione familiare che sia preclusa a questo cammino nuovo di rinascita e di risurrezione. E ogni volta che le famiglie, anche quelle ferite e segnate da fragilità, fallimenti e difficoltà, tornano alla fonte dell’esperienza cristiana, si aprono strade nuove e possibilità impensate.
Genitori sono custodi non proprietari della vita dei figli
Francesco ripensa all’esperienza vissuta da Maria, Giuseppe e Gesù, “mentre crescono insieme come famiglia nell’amore reciproco e nella fiducia in Dio”. Proprio di tale fiducia, spiega, è espressione il rito con cui a Gerusalemme i genitori di Gesù vanno al tempio “per attestare che il figlio appartiene a Dio e che loro - aggiunge il Papa - sono i custodi della sua vita e non i proprietari”.
Dio, sorgente di vita
Tutti i genitori sono custodi della vita dei figli, non proprietari, e devono aiutarli a crescere, a maturare. Questo gesto sottolinea che soltanto Dio è il Signore della storia individuale e familiare; tutto ci viene da Lui. Ogni famiglia è chiamata a riconoscere tale primato, custodendo ed educando i figli ad aprirsi a Dio che è la sorgente stessa della vita.
Passa da qui, nota Francesco, il “segreto della giovinezza interiore”, testimoniato paradossalmente nel brano evangelico da una coppia di anziani: Simeone e Anna, che in Gesù vedono la salvezza di Dio.
Crescita armonica e costruttiva
Tornato a Nazaret con Maria e Giuseppe, prosegue il Papa, il bambino cresce e si fortifica, “pieno di sapienza” e grazia di Dio: una grande gioia della famiglia - riflette Francesco - è proprio la crescita dei figli.
Essi sono destinati a svilupparsi e fortificarsi, ad acquisire sapienza e accogliere la grazia di Dio, proprio come è accaduto a Gesù. Egli è veramente uno di noi: il Figlio di Dio si fa bambino, accetta di crescere, di fortificarsi, è pieno di sapienza e la grazia di Dio è sopra di Lui. Maria e Giuseppe hanno la gioia di vedere tutto questo nel loro figlio; e questa è la missione alla quale è orientata la famiglia: creare le condizioni favorevoli per la crescita armonica e piena dei figli, affinché possano vivere una vita buona, degna di Dio e costruttiva per il mondo.
Una giornata di ringraziamento
Questo dunque l’auspicio del Papa per tutte le famiglie: a loro si rivolge in particolare nei saluti subito dopo la recita della preghiera mariana augurando una “serena” fine dell’anno e esortando a ringraziare Dio “per l’anno trascorso e per ogni bene ricevuto”.
Ci farà bene, a ognuno di noi, prendere un po’ di tempo per pensare quante cose buone ho ricevuto dal Signore quest’anno, e ringraziare. E se ci sono delle prove, delle difficoltà, ringraziare anche perché ci ha aiutato a superare quei momenti. Oggi è una giornata di ringraziamento.