In due successive udienze Francesco ha ricevuto seimila volontari della CRI e l'associazione Sant'Angela Merici di Siracusa. «L'indifferenza che non fa commuovere di fronte ai drammi è un male»
Il Papa con i volontari della Croce Rossa Italiana - ANSA
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Da una parte nel mondo «crescono, come zizzania, razzismo e disprezzo». Dall'altro però occorre «globalizzare la solidarietà» sia a livello nazionale che internazionale. È il monito del Papa ai sei mila volontari della Croce Rossa Italia, ricevuti in udienza nell'Aula Paolo VI in occasione del 160.mo anniversario di fondazione dell’organizzazione. Francesco ha ringraziato gli operatori della Cri per la loro preziosa presenza, soprattutto laddove «il fragore delle armi soffoca il grido dei popoli, il loro anelito di pace e il loro desiderio di futuro». La fraternità è possibile, è la sua indicazione, quando l’impegno è «ispirato ai principi di umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità».
«Se si mette al centro la persona - ha sottolineato il Pontefice -, si può dialogare, lavorare insieme per il bene comune, andando oltre le divisioni, abbattendo i muri dell’inimicizia, superando le logiche dell’interesse e del potere che accecano e rendono l’altro un nemico. Per il credente ogni persona è sacra. Ogni creatura umana è amata da Dio e, per questo, portatrice di diritti inalienabili».