mercoledì 19 giugno 2024
Alla vigilia della Giornata del rifugiato, Francesco lancia un appello a favore di chi è costretto a fuggire alla ricerca di pace e sicurezza. Il pensiero per il «nobile e coraggioso popolo cinese»
Il Papa in mezzo alla gente in piazza San Pietro all'udienza generale del 19 giugno

Il Papa in mezzo alla gente in piazza San Pietro all'udienza generale del 19 giugno - Reuters

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«Siamo tutti chiamati ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione»: è questo il forte appello lanciato al termine dell'Udienza generale da papa Francesco, che ha ricordato la Giornata mondiale del rifugiato, promossa dall'Onu per il 20 giugno. Un invito che il Pontefice ha pronunciato nei saluti in lingua italiana, dopo la catechesi dedicata al tema «Lo Spirito insegna alla Sposa a pregare. I Salmi, sinfonia di preghiera nella Bibbia», che prosegue il ciclo dedicato a «Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza».

Il Pontefice, in particolare, ha espresso l'auspicio che la Giornata mondiale dedicata ai rifugiati «possa essere l’occasione per rivolgere uno sguardo attento e fraterno a tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle loro case, in cerca di pace e di sicurezza. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione».

Francesco non ha voluto far mancare la consueta richiesta di impegno e preghiera per la pace: «Continuiamo a pregare per la pace - ha detto -. La guerra è sempre una sconfitta, dall’inizio. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per la Terra Santa, il Sudan, il Myanmar e dovunque si soffre per la guerra, preghiamo tutti i giorni per la pace».

Poi il pensiero alla Cina, formulato dopo i saluti all’Associazione “Amici del Cardinale Celso Costantini”, accompagnati da monsignor Giuseppe Pellegrini, vescovo della diocesi di Concordia-Pordenone, della quale il primo delegato in terra cinese era originario, e riuniti in occasione dei 100 anni dal Concilium Sinense di Shangai. «Preghiamo sempre per questo popolo nobile, così coraggioso, che ha una cultura così bella», ha detto il Papa.

Nella catechesi Beregoglio si è soffermato in particolare sulla preghiera dei Salmi e sulla loro attualità: «I Salmi ci permettono di non impoverire la nostra preghiera riducendola solo a richieste, a un continuo “dammi, dacci...” - ha sottolineato -. Impariamo dal Padre nostro, che prima di chiedere il “pane quotidiano” dice: “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. I salmi ci aiutano ad aprirci a una preghiera meno centrata su noi stessi: una preghiera di lode, di benedizione, di ringraziamento; e ci aiutano anche a farci voce di tutto il creato, coinvolgendolo nella nostra lode».

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