lunedì 3 giugno 2024
Un nuovo forte appello alla pace del Papa nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo. E l'ostia consacrata percorre le vie del centro di Roma: tutti chiamati a diventare eucaristici
La benedizione eucaristica al termine della processione del Corpus Domini sul sagrato della Basilica di Santa Maria Maggiore (2 giugno 2024)

La benedizione eucaristica al termine della processione del Corpus Domini sul sagrato della Basilica di Santa Maria Maggiore (2 giugno 2024) - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Ogni giorno «troppe strade, forse una volta odorose di pane sfornato», vengono ridotte «a cumuli di macerie a causa della guerra, dell’egoismo e dell’indifferenza». Ecco perché è «urgente riportare nel mondo l’aroma buono e fresco del pane dell’amore, per continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge».

È ancora una volta la voce di papa Francesco a lanciare un forte appello perché cessi immediatamente la violenza dei numerosi conflitti in corso in diverse aree del pianeta. Un nuovo monito pronunciato nel corso dell'omelia, durante la Messa del Corpus Domini presieduta ieri pomeriggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. E al termine della celebrazione si è svolta la processione su via Merulana fino a Santa Maria Maggiore: l'ostensorio con il Santissimo è stato portato, quindi, lungo le vie della capitale. Un gesto il cui significato è stato ricordato dello stesso Francesco al termine dell'omelia: «Non lo facciamo per metterci in mostra, e neanche per ostentare la nostra fede, ma per invitare tutti a partecipare, nel Pane dell’Eucaristia, alla vita nuova che Gesù ci ha donato».

Poco prima il Pontefice aveva ricordato proprio «quanto bisogno c’è nel nostro mondo di questo pane, della sua fragranza e del suo profumo, una fragranza che sa di gratitudine, che sa di libertà, sa di prossimità».

All'Angelus il ricordo del Sudan

Il Papa alla preghiera dell'Angelus nel giorno del Corpus Domini (2 giugno 2024)

Il Papa alla preghiera dell'Angelus nel giorno del Corpus Domini (2 giugno 2024) - Vatican Media

Anche a mezzogiorno, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico davanti a 15mila persone riunite in piazza San Pietro, il Papa, al termine della consueta preghiera domenicale dell'Angelus, ha voluto chiedere la pace in particolare per il Sudan, «dove la guerra che dura da oltre un anno non trova ancora una soluzione di pace. Tacciano le armi e, con l’impegno della autorità locali e della Comunità internazionale, si porti aiuto alla popolazione e ai tanti sfollati; i rifugiati sudanesi possano trovare accoglienza e protezione nei Paesi confinanti - ha detto Francesco -. E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar... Faccio appello alla saggezza dei governanti perché cessi l’escalation e si ponga ogni impegno nel dialogo e nella trattativa»,ha concluso il Pontefice.

Soffermandosi sulla solennità del Corpus Domini, o del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Papa, prima dell'Angelus, ha sottolineato che «celebrare l’Eucaristia e cibarci di questo Pane, come facciamo specialmente alla domenica, non è un atto di culto staccato dalla vita o un semplice momento di consolazione personale».

Poi l'invito «a diventare ciò che mangiamo, a diventare “eucaristici”, cioè persone che non vivono più per sé stesse, nella logica del possesso e del consumo, ma che sanno fare della propria vita un dono per gli altri. Così, grazie all’Eucaristia, diventiamo profeti e costruttori di un mondo nuovo - ha aggiunto Bergoglio -: quando superiamo l’egoismo e ci apriamo all’amore, quando coltiviamo legami di fraternità, quando partecipiamo alle sofferenze dei fratelli e condividiamo il pane e le risorse con chi è nel bisogno, quando mettiamo a disposizione di tutti i nostri talenti, allora stiamo spezzando il pane della nostra vita come Gesù».

La Messa in Laterano: Dio è vicino a noi

L'omelia del Papa durante la Messa del Corpus Domini in San Giovanni in Laterano (2 giugno 2024)

L'omelia del Papa durante la Messa del Corpus Domini in San Giovanni in Laterano (2 giugno 2024) - Ansa

Una riflessione che ha trovato una naturale prosecuzione nell'omelia pronunciata più tardi in Laterano, dove il Papa ha offerto una meditazione sul senso più profondo delle diverse dimensioni legate all'Eucaristia: il ringraziamento, la memoria e la presenza. Quel pane spezzato, ha notato in particolare Francesco, ci ricorda cosa significa per i cristiani fare memoria: «Fare memoria della nostra vita, fare memoria dei nostri successi, fare memoria dei nostri sbagli, fare memoria di quella mano tesa del Signore che sempre ci aiuta a sollevarci, fare memoria della presenza del Signore nella nostra vita - ha sottolineato -. C’è chi dice che è libero chi pensa solo a sé stesso, chi si gode la vita e chi, con menefreghismo e magari con prepotenza, fa tutto quello che vuole a dispetto degli altri. Questa non è libertà: questa è una schiavitù nascosta, una schiavitù che ci rende più schiavi ancora - ha ricordato Bergoglio -. La libertà non si incontra nelle casseforti di chi accumula per sé, né sui divani di chi pigramente si adagia nel disimpegno e nell’individualismo: la libertà si incontra nel cenacolo dove, senza alcun altro motivo che l’amore, ci si china davanti ai fratelli per offrire loro il proprio servizio, la propria vita, come “salvati”».

Infine, ha detto il Papa, «il pane Eucaristico è presenza reale. E con questo ci parla di un Dio che non è lontano, che non è geloso, ma vicino e solidale con l’uomo; che non ci abbandona, ma ci cerca, ci aspetta e ci accompagna, sempre, al punto da mettersi, indifeso, nelle nostre mani».

Questa sua presenza, ha concluso Francesco, «invita anche noi a farci prossimi ai fratelli là dove l’amore ci chiama. Cari fratelli e sorelle, quanto bisogno c’è nel nostro mondo di questo pane, della sua fragranza e del suo profumo, una fragranza che sa di gratitudine, che sa di libertà, sa di prossimità».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: