Il Papa a pranzo con senza dimora e migranti - Fotogramma
Leggendo e meditando il Vangelo lo diciamo spesso, ma nella vita quotidiana lo dimentichiamo quasi sempre: i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio. E ce l’hanno al punto che il Padre è impaziente fino a quando non ha reso loro giustizia. Questo concetto è il filo conduttore del Messaggio del Papa per l’VIII Giornata mondiale dei poveri, in programma il 17 novembre prossimo. Tema della riflessione di Francesco, tratta dal Libro del Siracide, è “La preghiera del povero sale fino sa Dio”. E se questo è vero, e naturalmente lo è, «abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro», spiega il Pontefice. Specie in quest’anno, il 2024, dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, si tratta di «una sfida che dobbiamo accogliere e un’azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata». Perché «la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale». Significa, anche, che l’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria. In questo senso la preghiera ci insegna a guardare il mondo e l’umanità con gli occhi di Dio. A cominciare dagli obiettivi che gli uomini e le donne si pongono come obiettivi della loro vita. «La mentalità mondana – riflette in proposito il Papa - chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri». Un’evidenza che si manifesta in tutta la sua drammaticità oggi. «La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti! Eppure – continua il Pontefice -, non possiamo indietreggiare. I discepoli del Signore sanno che ognuno di questi “piccoli” porta impresso il volto del Figlio di Dio, e ad ognuno deve giungere la nostra solidarietà e il segno della carità cristiana». Ma quest’attenzione non può prescindere dall’afflato spirituale, perché la Chiesa è altro rispetto alle tante agenzie filantropiche e solidaristiche, pur estremamente meritorie, che operano nel mondo. Al tempo stesso, la preghiera non può che «trovare nella carità concreta la verifica della propria autenticità. Infatti, la preghiera e le opere si richiamano a vicenda: se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; (…) tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce».
Assieme a santa Teresa, l’esempio di san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), povero tra i poveri, la cui urna si trova a Roma, nella chiesa di Santa Maria ai Monti, ed è meta di tanti pellegrinaggi. «Non avendo nemmeno una piccola stanza dove alloggiare – ha aggiunto Bergoglio - dormiva abitualmente in un angolo delle rovine del Colosseo, come “vagabondo di Dio”, facendo della sua esistenza una preghiera incessante che saliva fino a Lui».
Come detto, la prossima Giornata mondiale dei poveri si terrà il 17 novembre 2024, e il Papa presiederà, come ormai di consueto, la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Seguirà un pranzo con alcuni poveri in Aula Paolo VI, organizzato, come lo scorso anno, dal Dicastero per la carità, mentre il Dicastero per l’evangelizzazione provvederà alle esigenze dei più bisognosi con diverse iniziative benefiche. La settimana precedente alla Giornata tutte le comunità parrocchiali e diocesane saranno chiamate a porre al centro delle loro attività pastorali l'attenzione per le esigenze dei poveri del proprio quartiere attraverso dei segni concreti.