mercoledì 10 luglio 2024
In un messaggio all’incontro multireligioso “AI Ethics for Peace”, svoltosi a Hiroshima, Francesco ribadisce ciò che aveva detto al G7: «Gli algoritmi non decidano al posto dell'uomo»
Una veduta del Peace Memorial Park di Hiroshima

Una veduta del Peace Memorial Park di Hiroshima - ANSA

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Dal G7 a Hiroshima, il Papa ribadisce le sue avvertenze nell'uso dell'intelligenza artificiale. «Vi chiedo di mostrare al mondo che uniti chiediamo un fattivo impegno per tutelare la dignità umana in questa nuova stagione di uso delle macchine». Francesco lo scrive in un messaggio inviato all’incontro multireligioso “AI Ethics for Peace”, apertosi ieri 9 e concluso oggi 10 luglio a Hiroshima, in Giappone, e che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale. Oltre 150 i partecipanti al summit, con 13 diverse nazioni e 11 le religioni rappresentate.

Come aveva già sottolineato al vertice dei Grandi del mondo, lo scorso 14 giugno a Borgo Egnazia, il Pontefice chiede che le decisioni spettino sempre all'uomo e non agli algoritmi. «Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza - scrive infatti -, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine». In tal modo il Papa evidenzia la necessità «di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di intelligenza artificiale», perché «ne va della stessa dignità umana».

Francesco scrive inoltre che «è fondamentale, uniti come fratelli» ricordare al mondo, quanto sia urgente, riflettendo sui conflitti armati, «ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette “armi letali autonome” per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano». Perché «nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano». A conclusione del suo messaggio, infine, papa Bergoglio augura che l’incontro di Hiroshima «porti frutti di fraternità e di collaborazione» e assicura la sua preghiera affinché ognuno «possa farsi strumento di pace per il mondo».

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