Il Papa alla finestra del Palazzo Apostolico per l'Angelus di domenica 25 febbraio - ANSA
Il secondo anniversario dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il nuovo appello perché la guerra cessi. In quella regione come anche in Palestina. Ma anche l’invito a vivere questo tempo di Quaresima con la preghiera, l’ascolto della Parola e i Sacramenti, tenendo «gli occhi fissi su Gesù» e coltivando «sguardi aperti», per «diventare cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone». Nell’Angelus della II domenica del tempo di preparazione alla Pasqua il Papa è tornato ad affacciarsi alla finestra del Palazzo Apostolico su piazza san Pietro, dove erano – secondo i dati forniti dalla Gendarmeria Vaticana – 20mila fedeli. Tutto normale, dunque, dopo il sabato senza udienze, in via precauzionale, a causa di un lieve stato influenzale. Prudenza d’obbligo anche in vista degli impegni di questa settimana e della prossima (in preparazione anche un venerdì della misericordia), delle celebrazioni della Settimana Santa, l’ultima del mese di marzo, e dei viaggi già annunciati a Venezia (28 aprile) e a Verona (18 maggio). Tanto che questa mattina Francesco non terrà udienze. «Persistono i lievi sintomi influenzali, senza febbre. Per precauzione sono comunque sospese le udienze di questa mattina», ha fatto sapere la Sala Stampa vaticana.
Il pensiero alla pace.
«Quante vittime, feriti, distruzioni, angustie, lacrime in un periodo che sta diventando terribilmente lungo e di cui non si intravvede ancora la fine». Così ha detto subito dopo la preghiera mariana di mezzogiorno, in riferimento al biennio di conflitto in Ucraina. «È una guerra che non solo sta devastando quella regione d’Europa, ma che scatena un’ondata globale di paura e odio». Perciò Francesco ha aggiunto: «Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura».
Il pensiero del Pontefice si è quindi spostato sulla Terra Santa. «Non dimentichiamoci di pregare per la Palestina, per Israele e per i tanti popoli dilaniati dalla guerra, e di aiutare concretamente chi soffre. Pensiamo a tanta sofferenza, pensiamo ai bambini feriti, innocenti».
Il Papa si è detto anche preoccupato per l’aumento delle violenze nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e ha auspicando «la cessazione degli scontri e la ricerca di un dialogo sincero e costruttivo». Così come, ha aggiunto, «destano apprensione i sempre più frequenti rapimenti che si verificano in Nigeria. Esprimo al popolo nigeriano la mia vicinanza nella preghiera, auspicando che ci si impegni affinché il dilagare di questi episodi sia arginato il più possibile».
Infine, Francesco ha voluto manifestare la sua vicinanza alla popolazione della Mongolia, nazione da lui visitata lo scorso anno, «colpita da un’ondata di freddo intenso, che sta provocando gravi conseguenze umanitarie». Il Pontefice ha colto l’occasione per tornare sulle questioni ambientali «Anche questo fenomeno estremo – ha sottolineato - è un segno del cambiamento climatico e dei suoi effetti. La crisi climatica è un problema sociale globale, che incide in profondità sulla vita di molti fratelli e sorelle, soprattutto sui più vulnerabili: preghiamo per poter intraprendere scelte sagge e coraggiose per contribuire alla cura del creato».
Il Vangelo della Trasfigurazione
Prima di recitare l’Angelus papa Francesco si è soffermato sul significato del brano evangelico letto in questa II domenica di Quaresima. «Dopo aver annunciato ai discepoli la sua Passione – ha spiegato -, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un monte alto e lì si manifesta fisicamente in tutta la sua luce. Così svela loro il senso di ciò che avevano vissuto insieme fino a quel momento». Il messaggio è dunque quello di «non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù. Tenere sempre davanti agli occhi il suo volto luminoso». «Fratelli e sorelle – ha concluso il Pontefice -, apriamoci alla luce di Gesù! Lui è amore, Lui è vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza. Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto della Parola, i Sacramenti: la preghiera, l’ascolto della Parola e i Sacramenti ci aiutano a tenere gli occhi fissi su Gesù. E questo è un buon proposito per la Quaresima: coltivare sguardi aperti, diventare “cercatori di luce”, cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone».