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“Subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Come i primi discepoli a cui Gesù rivolge l’invito, “Seguitemi!”, anche nella vita di ciascun uomo e ciascuna donna avviene un momento dell’incontro decisivo con il Signore. Francesco lo ricorda all’Angelus commentando il Vangelo di questa terza domenica del tempo ordinario. “Con Gesù – spiega – è sempre così: si può cominciare ad avvertire il suo fascino; poi la conoscenza può diventare più personale, accendere una luce nel cuore”.
Ma prima o poi arriva il momento in cui è necessario lasciare per seguirlo (cfr Lc 11,27-28). E lì si deve decidere: lascio alcune certezze e parto per una nuova avventura, oppure rimango dove sono? È un momento decisivo per ogni cristiano, perché qui si gioca il senso di tutto il resto. Se non si trova il coraggio di mettersi in cammino, c’è il rischio di restare spettatori della propria esistenza e di vivere la fede a metà. Il coraggio di lasciare. Questo è richiesto per stare con Gesù, sottolinea il Vescovo di Roma. Ecco cosa ci viene chiesto di lasciare: Certamente i nostri vizi e i nostri peccati, che sono come ancore che ci bloccano a riva e ci impediscono di prendere il largo. Ma occorre lasciare anche ciò che ci trattiene dal vivere pienamente, come le paure, i calcoli egoistici, le garanzie per restare al sicuro vivendo al ribasso.
Il Papa domanda: “c’è qualcosa a cui Gesù mi chiede di rinunciare? Quali le cose materiali, i modi di pensare, le abitudini che bisogna lasciare per dirgli davvero ‘sì’?” Quindi esorta a rinunciare al tempo speso dietro cose inutili per scoprire ad esempio la bellezza del tempo, speso nel servizio al prossimo, faticoso, ma appagante; o nella preghiera per crescere nell’amicizia con Gesù:
Penso anche a una giovane famiglia, che lascia il quieto vivere per aprirsi all’imprevedibile e bellissima avventura della maternità e della paternità; è un sacrificio, ma basta uno sguardo ai bambini per capire che era giusto lasciare certi ritmi e comodità. Penso a certe professioni, ad esempio a un medico o a un operatore sanitario che hanno rinunciato a tanto tempo libero per studiare e prepararsi, e ora fanno del bene dedicando molte ore del giorno e della notte, molte energie fisiche e mentali per i malati.
Dopo l'Angelus
Subito dopo la preghiera dell'Angelus Papa Francesco nell'odierna Domenica della Parola di Dio ha esortato a leggere ogni giorno il Vangelo, un testo da portare sempre con sé.
Quindi ha ricordato quanti in Estremo Oriente ed altri parti del mondo celebrano il Capodanno Lunare, esprimendo vicinanza spirituale a quanti attraversano momenti di prova a causa della pandemia con l'aupicio che "le presenti difficoltà vengano presto superate".
Il Papa ha poi recitato insieme alla piazza l'Ave Maria pensando con dolore al Myanmar quindi ha rivolto lo sguardo al Perù con l'invito alla cessazione delle violenze. Inoltre con il cuore al Camerun Francesco ha constatato: "Giungono segnali positivi che fanno sperare in un progresso verso la risoluzione del conflitto delle regioni anglofone". Infine ancora una volta il Papa ha chiesto di non dimenticare di invocare la pace per la martoriata Ucraina: un popolo, ha ripetuto, "che soffre tanto".