Sul modello di Maria e di Giuseppe rendiamoci disponibili ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta e a seguire con fiducia la volontà del Padre celeste. E’ l’invito rivolto dal Papa a migliaia di fedeli presenti questa domenica in piazza S. Pietro per l’Angelus. Da Francesco anche l’invito, in questa settimana che ci separa dal Natale a fermarci in silenzio davanti al presepe per cogliere veramente la grazia di amore che questa festa rappresenta
La vicinanza di Dio all’umanità è il tema della quarta e ultima domenica di Avvento. Il Papa invita a guardare alle due persone che più di altre sono state coinvolte in questo “mistero di amore che si compie nel Natale”: Maria e il suo sposo Giuseppe.
La Vergine ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, rimarca Francesco, “il Figlio di Dio viene nel suo seno per diventare uomo e Lei lo accoglie”. Così, in modo unico, “Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna”: è quanto succede “anche a noi in modo diverso”, spiega il Papa. “Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e offrirci in dono il suo Figlio”: “E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.
Al fianco di Maria, altro protagonista del Vangelo di oggi, è San Giuseppe che, “da solo”, ricorda il Papa citando il testo di Matteo, non può darsi una spiegazione della gravidanza di Maria. Proprio allora “nel momento del dubbio e dell’angoscia”, sottolinea Francesco, Dio lo illumina con un Suo messaggero che annuncia: “ Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”:
“Così, di fronte all’evento straordinario, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi, si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile. Giuseppe, uomo umile e giusto (cfr v. 19), ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza..”
Mediante la loro fede dunque Maria e Giuseppe ”per primi hanno accolto Gesù” e così “ci introducono al mistero del Natale”: l’una ci “aiuta a metterci nell’atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra carne”, l’altro “ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con fiducia”. Entrambi si sono fatti “avvicinare da Dio” e noi, si chiede ancora il Papa, facciamo lo stesso davanti al mistero del Natale che festeggia l’Emmanuele, il “Dio con noi”?: “E' il Dio che si avvicina. Io gli apro la porta, al Signore, quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina loro. quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e che Dio si avvicina loro”.
Dopo la preghiera dell’Angelus il Papa ha salutato in particolare il gruppo dell’UNITALSI di Roma, che “ha dato vita a un presepe vivente inclusivo delle persone con disabilità” e soprattutto ha raccomandato una preparazione speciale al Natale in questa ultima settimana prima della festa: “Cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme. Immaginare come vanno: il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione…, e così via. In questo ci aiuta molto il presepe. Cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, che ci si avvicina – Dio-con-noi, vicino a noi – per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di vicinanza, di amore, di umiltà e di tenerezza”.
Poi l'appello per il Congo: "Chiedo a tutti di pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese".