Gabriele Polizzi, Milano
Penso, caro signor Polizzi, che i valori indisponibili – o meglio, la consapevolezza della loro esistenza e della loro fondamentale importanza – non «escludano» mai la politica, ma la illuminino e la nobilitino. Anche perché aiutano chi amministra la cosa pubblica e chi è chiamato a fare le leggi a coltivare quel prezioso senso del limite e quell’irrinunciabile senso dell’umano che rendono il ruolo e l’azione da politici un 'servizio' e non l’esercizio di un mero 'potere'. Detto questo, credo anch’io che tutto ciò riguardi allo stesso modo credenti e non credenti. Perché è verissimo – come afferma il senatore Pisanu – che quando si parla di vita umana, di autentica famiglia, di libertà di credere, di pensare e di educare «morale cattolica e morale comune coincidono largamente».Le confesso che fatico a capire perché certi interlocutori che si autodefiniscono 'laici' si diano da fare per lasciare solo a noi cattolici un patrimonio che è anche loro.
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