anche il presidente Napolitano ha espresso il suo compiacimento per le parole pronunciate dallo sfidante Romney alla riconferma di Obama alla presidenza degli Stati Uniti. «Prego per il nostro Presidente», ha detto Romney; parole, ha più o meno sottolineato Napolitano, che da noi nessun politico si è mai sognato di riservare al proprio avversario. Tenendo conto che gli Stati Uniti, sia pure forse un po’ esagerando, sono stati definiti da un tg della Rai una delle democrazie più antiche del mondo, chissà che, in un momento così difficile per tutti, non rappresentino un riferimento per una linea 'di continuità' anche in Italia con l’attuale governo in carica e, in particolare, con il premier Mario Monti che ha saputo quantomeno risollevare le sorti del nostro amato Paese!
Clemente Carbonini, Tirano (So)
Gli Usa possono con più di una ragione essere considerati, assieme all’Inghilterra, la più antica e salda delle moderne democrazie. Non vedo esagerazioni in questo. E non mi sembra neanche esagerato – proprio come fa il nostro capo dello Stato e come fa lei, caro signor Carbonini – che ci si auguri che rappresentino anche per noi italiani e per la nostra classe dirigente un coinvolgente esempio di come si possa vivere la più dura delle battaglie politiche ed elettorali per poi testimoniare grande rispetto nei confronti dell’avversario (vincente o sconfitto), per i diversi ed essenziali ruoli che a ognuno a gara conclusa spettano e per le Istituzioni e le regole all’interno delle quali questi ruoli vengono esercitati al servizio – al servizio! – del proprio Paese.
Non sono un ingenuo, e so che retorica d’occasione e persino dissimulazione possono entrare in gioco in simili occasioni, ma sono anche così convinto del valore e della possibilità di pensare e fare politica in modo 'alto' che non me la sento di pensar male e di ridurre tutto a calcolo e 'teatrino'. Credo, insomma, che la preghiera di Romney per l’America e per Obama, suo presidente (ri)eletto, sia vera tanto quanto le energie (e le ingenti somme) spese da entrambi nella corsa alla Casa Bianca. Detto tutto questo, ci tengo a sottolineare che sono anche convinto che ci sia stata e che debba continuare a esserci una 'via europea' alla realizzazione di una democrazia compiuta, governante e solidale e penso che sia necessario e possibile preoccuparsi di costruire una società in cui tutti i conti siano saggiamente in ordine e tutti i ruoli siano rigorosamente rispettati, una società fondata su valori che mettano al primo posto non semplicemente l’individuo e i suoi interessi, ma la persona e la sua naturale ricchezza e profondità di attese e di relazioni. E penso che, nella Ue e in particolare in questo nostro Paese, dovremmo ricominciare a percorrerla con appassionata intelligenza e altrettanto appassionato senso del dovere verso la comunità di cui siamo parte e verso i nostri figli (mai, forse, come in questo tempo così tanto vezzeggiati o sbeffeggiati e così poco in realtà considerati...).
E vengo al suo auspicio finale. Ho sottolineato in più occasioni che l’attuale governo tecnico ha condotto in condizioni davvero pesanti e grazie alla sua strana maggioranza Pdl-Pd-Udc una importante e, per tanti versi generosa, fase istruttoria nella direzione che ho appena accennato, facendo anche errori e dimostrando in alcuni suoi membri qualche miopia o amnesia (il caso degli esodati, quello dei disabili e la poca considerazione per il mondo dell’iniziativa economica e sociale non profit...), ma soprattutto compiendo scelte troppo a lungo rinviate e davvero decisive per scongiurare il peggio. Il presidente Mario Monti, in questi lunghi e difficili mesi, ha confermato di essere una risorsa preziosa e un serio punto di riferimento, in Italia e nella Ue. In un tempo che sta rivoluzionando protagonisti, contenitori e rapporti di forza nel panorama politico nazionale, chi è convinto del valore di Monti, a mio parere, fa bene a dichiararlo e a proporre senza retropensieri e sotterfugi la conferma di una leadership, pur sapendo che la parola finale la potrà dire solo l’interessato.
E io credo, per quel che vedo e posso valutare, che finché non saranno varate una legge di stabilità decente e una legge elettorale altrettanto decente e rispettosa dei cittadini che tra qualche mese saranno chiamati alle urne, l’unico pensiero di Monti è e resterà quello di onorare il servizio che sta svolgendo. E bisogna convenire che, allo stato delle cose, è questa la 'continuità' più indispensabile.