mercoledì 30 dicembre 2015
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Gentile direttore,sa che cosa leggo appena ho in mano la mia copia di “Avvenire”? Quel “quadretto” nell’ultima pagina che lei ha deciso di mettere lì per concludere il giornale con qualcosa di... buono. È vero che c’è sempre almeno un altro quadretto interessante in prima pagina ma, prima di affrontare cronache poco allegre, temi impegnativi, perplessità dell’oggi e del domani, ho bisogno di “Dulcis in fundo”. Mi rassicura del bene che esiste, che esisterà sempre e comunque, perché Lui, entrando nella nostra storia, si fa vedere e sentire nelle nostre piccole e grandi storie. Sono fatti che intrecciano le nostre vite da nord a sud, da est a ovest, piccole luci che si accendono sulla mappa dell’umanità. “Avvenire” non addolcisce la realtà, ma ne mostra ombre e luci, e così l’anima si rasserena e affronta il tutto con più equilibrio. Ancora una cosa, direttore: alcuni “quadretti”, ritagliati e incollati su un grande foglio, sono appesi sulla porta del mio appartamento con il titolo “Anche questo è Natale” al posto dei soliti addobbi natalizi. Grazie, e auguri a redattori e lettori. Giacomina Cammelli Trento I giornali, come tutte le cose, hanno un loro verso. Ma possono essere presi in considerazione in diverso modo e letti e “usati” con tutta la libertà e la creatività di cui ognuno di noi è capace. Mi piace il suo modo, gentile signora Cammelli. Mi piace molto. E mi piace che, in fondo a questo anno 2015 e in questa pagina di scambio di idee coi lettori, ci sia un pensiero finale – accompagnato, diciamo così, dalle sue ottime “istruzioni per l’uso” – dedicato al nostro «Dulcis in fundo». Una rubrica collettiva aperta a tutti i redattori e collaboratori di “Avvenire” che dal 4 dicembre 2013 pubblichiamo in ultima pagina, dunque con forte evidenza, per assicurare ai nostri lettori, anche nel giorno più “nero” dal punto di vista della cronaca, almeno una notizia buona e giusta, di quelle che raramente attirano attenzione e ottengono titoli. Grazie per ciò che vede e apprezza nel nostro lavoro, cara amica. E, davvero "dulcis in fundo", in questo passaggio d’anno tra il 2015 e il 2016, auguri di pace e bene a tutti i lettori e a tutti coloro che, con noi, abitano questo mondo, la «casa comune» che ci è data in custodia. Marco Tarquinio
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