sabato 3 settembre 2011
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Caro direttore, non per essere esterofili, ma per un dato di fatto. Mentre l’alta-borghesia francese chiede di esser tassata per salvare i conti del proprio Paese, la nostra mostra il suo, ormai pluridecennale, volto egoista, infingardo e miope rifiutando, con argomentazioni miserande (appoggiati, peraltro, da tutti i partiti), il contributo di solidarietà. La posizione dei francesi non è solo "caritatevole" e civile, ma esprime una visione intelligente delle cose: il raddrizzare i bilanci statali significa anche salvaguardare il valore dei propri titoli azionari, delle proprie aziende, delle proprie banche; sostenere i consumi che garantiscono ritorni di risorse e guadagni alle proprie imprese. Il fatto che i nostri non lo capiscano, e anzi implorino aiuto allo Stato, è una delle ragioni della nostra decadenza come sistema-Paese.

Leonardo Castellano, Milano

Comprendo la sua amarezza, caro professor Castellano. Ma, a onor del vero, in Italia non tutti i "tassandi" hanno protestato contro il semi-cancellato contributo di solidarietà. Ci sono anche quelli che hanno semplicemente chiesto che fosse più equo (modulato cioè in modo da tener conto dei carichi familiari). E ci sono stati addirittura quelli che, appartenendo loro stessi a categorie ad altissimo reddito, hanno proposto di far pagare di più i super-ricchi veri. Niente male, direi, per i tempi che corrono... Tuttavia, a quanto pare, ora si punta a chiamare a solidarietà solo le categorie di statali e di pensionati già individuate da tempo. Beh, nessuno scalpita per essere ulteriormente "spremuto" dal Fisco, ma ho la sensazione che lei e io (e tanti altri) continuiamo a pensarla alla stessa maniera: la misura non è affatto equa. E come ha annotato a caldo, in prima pagina, il nostro Francesco Riccardi francamente non si capisce perché solo ad alcuni – come se fossero gravati di un qualche "peccato sociale" – debba toccare di contribuire in modo grave e straordinario a fronte di una generale emergenza. Qualche giorno fa ho ribadito, qui, un convincimento che so essere non solo mio: la condizione necessaria e sufficiente per chiedere seri e proporzionati sacrifici a noi italiani è quella di spiegarci bene perché ci viene chiesto un sforzo e dimostrarci che le risorse e le energie che esso richiede saranno spese a dovere. Non è affatto poco, lo so, ma è il minimo.

Marco Tarquinio

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