Gentile direttore,
potendomelo permettere, non vivendo con bambini o persone anziane, io ho deciso di spegnere il riscaldamento e consumare meno gas possibile. Un piccolo gesto di protesta contro il governo russo e di solidarietà al popolo ucraino. È la logica del “voto col portafoglio”. Si può rimediare alla dipendenza dell’Italia dal gas russo, non solo riattivando le centrali a carbone, ma anche riducendo i consumi. Chi non potrà o vorrà spegnere il riscaldamento potrebbe abbassare la temperatura impostata.
Maria Elena Cavicchi Ferrara
Gentile direttore,
davanti alla guerra in Ucraina, vista e considerata la poca disponibilità della gran parte della classe politica mondiale di adottare concrete e condivise misure politiche contro l’uso della violenza, propongo un’azione alla portata di tutti: limitare l’uso del gas per il riscaldamento domestico, per quanto ragionevolmente possibile, onde penalizzare le risorse economiche contro i deliri di onnipotenza del presidente russo Putin. Adottiamo in tanti, in casa nostra, questo piccolo gesto come segno concreto contro la violenza perpetrata nei confronti del popolo ucraino. Posticipare l’accensione, anticipare lo spegnimento, abbassare di qualche grado il termostato, ci farebbero risparmiare metri cubi di gas per famiglia alla settimana, al mese, moltiplicato per milioni di famiglie italiane, per decine e decine di milioni di famiglie europee, risulterebbe un cospicuo danno economico a chi attacca e vuol continuare a guerreggiare. Sarebbe bello promuovere su larga scala l’iniziativa. E insieme non facciamo mancare la nostra preghiera per chi sta soffrendo e per il ravvedimento di chi sta procurando tali sofferenze.
Bruno Carenzi Lodi Vecchio (Lo)
Anch’io, gentili signora Maria Elena e signor Bruno, ho cominciato a farlo: temperatura della caldaia abbassata, orario di riscaldamento ridotto, e certi giorni, completamente azzerato. Fa bene, come un motivato digiuno. E fa male soltanto a chi usa anche il gas per fare la guerra. Una piccola cosa? Sì, ma utile, per gente che non resta con le mani in mano. Pregare per la pace e agire. Fare la propria parte.