Signor direttore,
sono una pensionata della scuola. Negli ultimi anni il mio potere d’acquisto è stato drasticamente ridotto almeno del 40 per cento. Pago fino all’ultimo centesimo le tasse. E tutte le scelte di Renzi sono state contro i pensionati e contro il loro livello di vita. Avendo ereditato un appartamento, che per la crisi immobiliare non riesco a vendere, ho un carico di balzelli Imu e Tasi micidiale. Leggo oggi, giovedì 3 luglio, sui giornali che la Chiesa viene di nuovo esentata dal governo Renzi dal pagare le tasse che io pago. Considero questo fatto immorale. E la Chiesa che vuole insegnare a me la moralità mi fa ridere. E Renzi mi fa ribrezzo.
Livia Sala
Mi permetta per prima cosa di correggere un dettaglio non marginale della sua lettera, gentile signora Sala. Sono infatti certo che una persona colta come lei converrà con me che non si può essere vaghi e generici sulle proprie fonti quando si fanno accuse pesanti come le sue. Ciò che ieri ha fatto indignare lei (e magari anche qualcun altro) non stava scritto «sui giornali», ma su uno specifico giornale, «la Repubblica». E mi dispiace di dover constatare che su un giornale che pure si avvale di ottimi professionisti, a cominciare dal suo direttore, e che ha in Carlo De Benedetti un finanziere–editore presente, potente e molto “politico”, emerga ancora una volta in tema di “tasse immobiliari” la solita informazione distorta già profusa in precedenti campagne denigratorie contro la Chiesa e contro l’intero mondo del non profit, cioè contro tutti coloro – cattolici, di altre fedi o laici – che senza trarne profitto forniscono servizi pubblici e/o sostegni ai più deboli e fragili della nostra società. Una solfa cattiva. E tenace. Lei ne è stata investita, e non posso dire se è accaduto perché non le piace la Chiesa o perché si ferma alla prima fonte che trova. Ma se lei fosse davvero anche una lettrice di «Avvenire» ciò che ieri è stato scritto sul giornale romano l’avrebbe nella sostanza appreso, con più precisione di termini e di contesto, sulle nostre pagine sin dal febbraio scorso. Ieri, invece, qui avrebbe avuto una prima e succinta conferma di quanto già noto, mentre oggi e nei prossimi giorni potrebbe, se le andasse, ricevere un’informazione dettagliata sui singoli settori interessati da agevolazioni che non sono un privilegio, ma il riconoscimento del servizio svolto in diversi e selezionati settori alla comunità nazionale da enti non commerciali e, ripeto, senza fini di lucro. Lei potrebbe pensare che noi siamo parte interessata? Se noi dovessimo essere considerati tali perché difendiamo il non profit e siamo controllati da una fondazione non profit (e, però, paghiamo tutte le tasse), dovremmo anche concludere che almeno tanto interessata, e forse di più, è la parte di chi attacca sistematicamente il non profit e dipende da un editore, come dire, grintosamente for profit (anche se non sempre gli riesce). Ma tant’è. Carta canta, e limiti e condizioni delle agevolazioni sono molto chiari persino negli articoli titolati e confezionati in maniera ostile al mondo cattolico sul giornale di De Benedetti. Le indico tuttavia almeno una fonte terza: «Il Sole 24 Ore», principale quotidiano economico italiano, che all’argomento Imu e Tasi ha dedicato un approfondimento intitolato «Non profit penalizzato l’uso misto» nel quale si spiega che i meccanismi di Imu e Tasi per questi enti – Chiesa cattolica compresa – «finiscono per gonfiare la base imponibile su cui determinare il prelievo». Come vede la realtà può essere raccontata in molti modi, e anche profondamente manipolata. Questo è il caso degli scritti che l’hanno spinta a inveire contro la Chiesa, e indirettamente contro un intero mondo alternativo alle logiche del profitto e schierato al servizio della persona in collaborazione con lo Stato. Realtà che io stimo molto e che lei – come non pochi “statalisti” che non riconoscono ruolo pubblico al privato sociale – può anche non amare, ma che meriterebbe considerazione e, forse, anche qualche grazie, non un’insultante indignazione.