Caro direttore,
nel suo recente intervento al convegno dei giovani del Pdl, il premier (documentato in un servizio televisivo) ha detto che ogni volta che si è prefisso uno scopo, egli lo ha raggiunto con successo. D’altra parte è sotto gli occhi di tutti la brutta situazione in cui si trova l’Italia, alla cui guida il premier si trova da anni; tanto che si è dovuto ricorrere alle famose manovre d’estate. Allora i casi sono due: o c’è almeno un caso in cui il premier non ha raggiunto lo scopo che si era prefissato (il corretto governo del Paese, che altrimenti sarebbe stato rovinato dai “comunisti”), e quindi ai suoi giovani il premier ha raccontato una bugia. Oppure il buon governo del Paese non era fra gli scopi che il premier si era prefisso, dato che questo l’ha mancato. Oppure c’è un terzo caso che mi sfugge?
Tarcisio Tilomelli - Vigarano Mainarda (Fe)
Lei è severo, caro Tilomelli, ma “tertium non datur”. Diciamo che è mancato troppo del buon governo necessario, con le vere e giuste priorità. Tanta attenzione – con raffiche di leggi e leggine nonché di tentativi di leggi e leggine – in tema di giustizia non ha impedito un solo scontro tra parte della politica e parte della magistratura e non ha scongiurato l’attuale assedio giudiziario a Palazzo Chigi, increscioso sia per modi con cui si svolge sia per gli imbarazzanti contenuti che ha portato alla luce. Meglio, per l’Italia, sarebbe stato che chi ci ha governato e ci governa avesse pensato per prima cosa alla famiglia, nel senso più alto e bello e concreto dell’immagine. I lettori di Avvenire sanno bene che queste cose, anche invocando riforme tanto coraggiose quanto utili al Paese reale, le scriviamo da diciotto anni...