Gentile direttore, in questi giorni molti mezzi d’informazione hanno rappresentato con titoli a caratteri cubitali nubi tossiche cinesi sulle nostre città, al punto che alcuni sindaci hanno emesso il solito provvedimento inutile, controproducente e tardivo del blocco totale del traffico. Inutile, perché i centri urbani nel periodo di vacanze sono semivuoti e ciò di per sé costituisce fattore di miglioramento o quanto meno di stabilizzazione dei livelli d’inquinamento. Controproducente, perché all’orario di cessazione del divieto c’è l’effetto “elastico” della concentrazione delle emissioni degli automobilisti che accendono i motori! Tardivo, perché bisogna agire per tempo con provvedimenti che vadano al nocciolo della questione: anche il cittadino comune ormai sa che la causa principale è il riscaldamento invernale. Nell’immediato, soprattutto i controlli a tappeto delle temperature negli edifici potrebbero contribuire a rallentare i livelli di smog. Controlli da svolgere con oggettività e margini di tolleranza, ma con tempismo, nei grandi magazzini, nei centri commerciali, nei locali pubblici e nei condomini privati a riscaldamento centralizzato e carburante altamente inquinante. A seguito dei controlli, bisognerebbe punire i trasgressori secondo la normativa vigente e proporre anche, a scopo intimidatorio, aumenti futuri delle sanzioni. Certo non è necessario intervenire dappertutto, basterebbero iniziative a campione da pubblicizzare nella comunicazione, qui sì con campagne mirate a sensibilizzare e formare la cittadinanza. Allora la gente entrerebbe nelle grandi superfici in centro e nelle periferie e reclamerebbe temperature sopportabili, invece di doversi letteralmente spogliare per resistere anche ai 24-25 gradi nello shopping e nel tempo libero! Poi certamente, nel medio periodo, le autorità devono proseguire con incentivi per ammodernare i sistemi di coibentazione e riscaldamento. Mi auguro che le prossime città metropolitane si organizzino in questo senso, anziché ridurre libertà di movimento ai cittadini con limitazioni, oltretutto, altamente discriminatorie per chi rimane in città nei giorni di blocco. Cordiali saluti e auguri!
Ruggero Berti, Milano Il suo ragionamento, gentile dottor Berti, mi sembra fondato. Cambierei un solo aggettivo: quell’«intimidatorio» che lei usa per spiegare lo scopo delle sanzioni nei confronti di coloro che non mantengono nella norma e nella ragionevolezza il livello di riscaldamento invernale, ormai da anni prima concausa del sempre più pesante inquinamento dell’aria delle nostre città. Un fenomeno speculare e opposto a quello estivo, quando l’iper-refrigerazione di case, uffici e negozi concorre ad arroventare le aree urbane. Est modus in rebus: serve giusta misura. Per questo invece di «a scopo intimidatorio» scriverei semplicemente «per giustizia». Perciò sono anch’io favorevole a sanzioni più serie in caso di ripetute violazioni delle regole. I lettori sanno che preferisco di gran lunga un rapporto tra amministrazioni pubbliche e cittadini che tenda a premiare chi si comporta in modo onesto e responsabile, ma a volte sanzioni appropriate sono utili per correggere 'menefreghismi' ed errori che non si vogliono riconoscere. La sanzione più forte è, però, la disapprovazione sociale. Che è frutto di educazione al rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente in cui viviamo. Marco Tarquinio