C. Carbonini, Tirano (So)
L’esortazione di san Pio racchiude un tesoro di saggezza e un capitale di vantaggi in termini pratici. A chi vive nella semplicità autentica, la vita – che non fa sconti a nessuno – si spiana e sorride. Certo la semplicità è una conquista, è il traguardo di un cammino impegnativo e spesso impervio, ma alla fine garantisce una rendita impareggiabile. La semplicità è semplificazione profittevole della complessità inutile e costosa, la quale è parente stretta del vuoto. Il «Rorate», bellissimo canto gregoriano del tempo d’Avvento, descrive con parole commoventi questa comune condizione postmoderna di complicazione e di vacuità: «... Ecco, vuota è questa mia vita; come abbandonato io mi sento, questa creatura fatta per un destino di gioia perfetta e di amore. Abbiamo ceduto al male, ci siamo complicati, siamo crollati come foglie d’autunno». Etimologicamente, il termine complessità deriva dal latino «cum plex» («con pieghe»), ovvero difficoltoso; il suo contrario «sin-plex», come si può intuire, significa invece «senza pieghe»; e ancora, il verbo «spiegare» (ovvero «togliere le pieghe») significa semplificare, rendere semplice – comprensibile – ciò che è complesso, come per esempio il mistero dell’esistenza. La figura fantozziana dell’impiegato zelante e protervo, forte coi deboli (i suoi colleghi subordinati) e debole coi forti (i suoi superiori), è un archetipo della commedia umana d’oggi: l’ometto si agita per una gratifica su cui ha investito tutto se stesso, e non s’avvede che gli sfugge ciò che veramente conta, ovvero la serenità, la pace, l’armonia con gli altri. Per la filosofia medievale, che era cristiana, la semplicità era una prerogativa peculiarmente divina, inerente la natura intima di Dio: la «claritas», la luce della Rivelazione, non solo illumina ma chiarisce, indicandoci la strada e la condotta. Così la pensavano Cusano, Scoto, Grossatesta. Quest’evidenza sembra sfuggire alle menti e alle sensibilità degli uomini d’oggi, o almeno della gran parte. Tenga sempre in evidenza il suo caro calendarietto: la saggezza fa sempre bene, anche presa in pillole.
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