«Questa è l'Italia». Ma persino la crisi ci ha detto che c'è anche dell'altro
venerdì 22 luglio 2022

Caro direttore,

questa è l’Italia. Un’Italia piccina, gravata da annosi problemi, rappresentata da eletti incapaci in buon numero di badare se non a interessi di fazione e personali (vedasi l’acquisito del diritto al vitalizio) e privi di amor proprio e, persino, del coraggio di votare in aula il sì o il no alla fiducia parlamentare al Governo in carica e a chi lo guida. Sono politici solo tesi a obiettivi di breve termine di tipo elettoralistico. E questo al di là del giudizio su Mario Draghi e sull’operato del suo esecutivo...

Teresio Asola

Questa è anche l’Italia, caro dottor Asola. Anche, ma non solo. C’è pure una bella società civile, che conta e che, io ci spero, farà sentire il suo peso nelle urne del voto per il nuovo Parlamento. E poi non tutti gli eletti si sono mossi come attori di quel «Teatro dell’assurdo» che ho deciso di denunciare nel titolo di prima pagina dedicato il 15 luglio scorso all’apertura di una crisi di governo che, al suo epilogo, si è fatta «fuggi fuggi» persino dall’aula del voto e crisi di legislatura. Ripartiamo da qui, dal buono che c’è stato o che s’è visto o anche solo intravvisto, quale che sia, il giudizio sull’azione complessiva sviluppata dal governo Draghi nel segno, comunque, di un’apprezzabile responsabilità verso la Repubblica e i suoi cittadini.

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