martedì 21 aprile 2009
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Caro direttore, dal 1991 al 2005 in Italia gli aborti legali delle giovani fino a 19 anni sono aumentati del 38,2%. Inoltre, è sempre più diffusa tra le giovanissime la contraccezione d’emergenza («pillola del giorno dopo») come metodo di routine: in 7 anni il consumo è aumentato del 60%. La «pillola del giorno dopo» impedisce l’annidamento dell’embrione se c’è stato concepimento. I ginecologi, riuniti a Praga nel X Congresso europeo di contraccezione, hanno lanciato l’allarme sul ricorso improprio a questo metodo. I dati sono chiari: in Italia nel 2006 ne sono state vendute 320mila confezioni, il 55% a chi ha meno di 20 anni. Non solo, ma il trend è in crescita, tanto che nel 2007 si è arrivati a circa 370mila. La cultura odierna inculca negli adolescenti la falsa idea che il rapporto sessuale sia un «obbligo» imposto dall’amore, quando non dalla semplice simpatia, verso il partner. Il quale, di fronte a una gravidanza della ragazza, quasi sempre fugge dalle proprie responsabilità. Nei Centri di aiuto alla vita sempre più spesso si incontrano adolescenti in attesa di un figlio concepito con ragazzi conosciuti soltanto da pochi mesi. Per tanti giovani lo slogan degli atei razionalisti («Dio non esiste... goditi la vita») e la sua conclusione pratica sono una vera tragedia.

Gabriele Soliani, Reggio Emilia

La sua analisi, caro Soliani, collima perfettamente con la realtà dei fatti. E purtroppo collimano con le realtà anche le sue amare conclusioni. La pretesa «libertà» e autodeterminazione sessuale in cui sono cresciute le ultime generazioni sta portando ai frutti più funesti, inconciliabili col valore della persona così com’è visto non solo dalla dottrina cattolica ma anche dalla ragione naturale. Oggi, causa la profonda crisi in cui versano, in tutta l’Europa, due istituzioni­cardine dell’educazione – la famiglia e la scuola – gli adolescenti sono lasciati soli a gestire una responsabilità più grande di loro qual è la sessualità, cui è intrinsecamente connessa la facoltà di procreare. Questa solitudine, che ricade in modo schiacciante sulle ragazze, è una sconfitta della società tutta, e soprattutto degli adulti. In tale deserto valoriale, pillola e aborto rappresentano una scorciatoia ormai accettata. Anzi, questa solitudine viene addirittura incentivata, come purtroppo accade in Gran Bretagna, dove il servizio sanitario nazionale ha deciso di concedere la pillola alle ragazzine anche all’insaputa dei genitori. In questo modo viene loro mandato un «messaggio» pessimo, che è solo il triste corollario di certi falsi e dannosi modelli di vita e di «libertà» inculcati nei giovani dalla cultura e dal costume d’oggi, da una mentalità libertina aliena a qualsiasi forma di responsabilizzazione, di morale, di continenza. Le statistiche, in tutta l’Europa cosiddetta «avanzata», mostrano aggregati cruenti e più o meno uniformi, che dicono appunto di un crescendo dell’abortività fra le giovanissime. Un dato che rileva non un problema sociale e «sanitario», ma soprattutto un deficit di civiltà, che la contraccezione di massa non può certo risolvere (semmai acuire). Il deficit di una società che ha perso di vista il valore sacro del corpo. La castità non è una fissa inventata dalla Chiesa, bensì il vero volto dell’amore e del rapporto di coppia; è un valore umano vero e perenne che la famiglia e la scuola dovrebbero rilanciare per la sua portata di libertà e di felicità – autentica – della persona, così come viene spiegata nel Catechismo della Chiesa (Parte Terza, La vita in Cristo): «... La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l’appartenenza dell’uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell’uomo e della donna... La castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice».

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