venerdì 5 giugno 2009
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Caro Direttore, lo scorso weekend siamo andati a Gardaland con il bimbo di 7 anni. Abbiamo inaspettatamente trovato una sgradevole novità. Gardaland Express: ossia acquistarsi il diritto a saltare la fila, non quella per entrare, ma quella che si incontra presso le attrazioni più gettonate. Certamente una trovata che porterà un lucroso guadagno ai signori proprietari di Gardaland. Noi siamo indignati. E come noi tanti altri genitori presenti al parco quel giorno. Gardaland senza ombra di dubbio è un luogo per bambini e famiglie. Rispettare la fila invece è una dimostrazione di democrazia, civiltà e uguaglianza. Che esempio si dà ai bambini? Giungono al traguardo dopo un’ora di fila sotto il caldo per vedersi spodestati da chi si è comprato il diritto al «sorpasso». Che messaggio mostruoso: con il denaro ci si guadagna il diritto a non rispettare le regole, a guadagnarsi il posto «per acquisto»? Ma è questa veramente la società che vogliamo formare? E questo il comportamento che vogliamo legittimare? Deve esserci un limite al lucro, un codice deontologico. Ci devono essere luoghi in cui i nostri figli vengano protetti da queste presunte leggi di mercato. Vorrei che tutti sapessero, vorrei che qualcuno che ne ha l’autorità intervenisse. Io posso limitarmi solo a scrivere a lei augurandomi che capisca la portata della nostra rabbia.

Claudia

Che la «tassa » per scavalcare le code non sia una misura elegante mi pare confermato dal fatto che sul sito ufficiale di Gardaland non sono riuscito a trovarne traccia. Non escludo che in qualche pagina interna possa essere presente, però di certo non è rintracciabile in quelle principali e non è specificata nemmeno in quella evidentemente più pertinente, relativa ai prezzi. Altrove su Internet si ha tuttavia la conferma di un costo supplementare di 8 euro per i biglietti normali e di 5 euro per i ridotti. Anche su questa base, non posso che condividere le sue considerazioni, gentile signora. Mi pare che la volontà di scovare sempre nuove nicchie di possibile profitto abbia raggiunto con questa misura, un livello singolarmente sgradevole al punto da risultare – mi auguro – controproducente. Che a un ingresso che si paga già salato – il biglietto ordinario costa 35 euro – si debbano aggiungere altri soldi, il tutto moltiplicato evidentemente per il numero di componenti la famiglia, è sinceramente insopportabile, soprattutto considerando ciò che lei stessa nota, cioè la destinazione familiare del parco divertimenti. Fantasia sbrigliata, effetti speciali coinvolgenti, divertimento, allegria, serenità rischiano di essere cancellati quando, magari dopo un’ora o più di coda sotto il sole che picchia, passa avanti qualcuno che indossa il fatidico braccialetto « express » . No, non mi piace proprio e non me ne servirei mai, neppure per far contento un nipotino stanco. E sono convinto che così la pensano anche tutti i lettori di Avvenire. Spero davvero che l’irritazione che lei ha visto espressa anche da tanti altri genitori induca la proprietà a tornare sui propri passi, cancellando il balzello discriminatorio.

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