Claudia
Che la «tassa » per scavalcare le code non sia una misura elegante mi pare confermato dal fatto che sul sito ufficiale di Gardaland non sono riuscito a trovarne traccia. Non escludo che in qualche pagina interna possa essere presente, però di certo non è rintracciabile in quelle principali e non è specificata nemmeno in quella evidentemente più pertinente, relativa ai prezzi. Altrove su Internet si ha tuttavia la conferma di un costo supplementare di 8 euro per i biglietti normali e di 5 euro per i ridotti. Anche su questa base, non posso che condividere le sue considerazioni, gentile signora. Mi pare che la volontà di scovare sempre nuove nicchie di possibile profitto abbia raggiunto con questa misura, un livello singolarmente sgradevole al punto da risultare – mi auguro – controproducente. Che a un ingresso che si paga già salato – il biglietto ordinario costa 35 euro – si debbano aggiungere altri soldi, il tutto moltiplicato evidentemente per il numero di componenti la famiglia, è sinceramente insopportabile, soprattutto considerando ciò che lei stessa nota, cioè la destinazione familiare del parco divertimenti. Fantasia sbrigliata, effetti speciali coinvolgenti, divertimento, allegria, serenità rischiano di essere cancellati quando, magari dopo un’ora o più di coda sotto il sole che picchia, passa avanti qualcuno che indossa il fatidico braccialetto « express » . No, non mi piace proprio e non me ne servirei mai, neppure per far contento un nipotino stanco. E sono convinto che così la pensano anche tutti i lettori di Avvenire. Spero davvero che l’irritazione che lei ha visto espressa anche da tanti altri genitori induca la proprietà a tornare sui propri passi, cancellando il balzello discriminatorio.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: