Caro direttore, scrivo a lei e ai suoi colleghi, e rubo solo due minuti, perché voglio farle sapere di aver riflettuto sul messaggio che accompagna il bollettino postale con cui mi avete invitato a rinnovare l’abbonamento ad “Avvenire”. L’ho trovato molto interessante, perché, effettivamente, sostenere anche con il mio piccolo contributo, una stampa “diversa” che propone un punto di vista critico su tante questioni è un richiamo molto responsabile. Ho, quindi, rinnovato un anno di “Avvenire” a casa, ma non ve lo faccio sapere anche così, con una lettera, per ottenere complimenti, quanto per il contrario: vi scrivo per farveli, i complimenti, perché vi leggo con interesse in un ambito informativo italiano dove tutte le notizie sono ormai uguali e dove prendere posizione è un gesto ormai tacciato di “integralismo”, nel peggiore dei suoi significati. So che continuerò a ricevere il quotidiano a casa con l’ostinata mancanza di professionalità che purtroppo caratterizza le Poste, secondo la loro politica di “riduzione dei costi” che evidentemente prevede il passaggio del portalettere il meno possibile... Malgrado ciò, dovendo far buon viso a cattivo gioco perché sono una formica di fronte a uno schiacciasassi del disservizio ai cittadini, ho rinnovato l’abbonamento. Ora vi aspetto. Vi auguro buon lavoro e buon Natale. E grazie!
Giovanna MazzaConsidero la sua lettera un bellissimo regalo di Natale , cara signora Mazza. Uno dei tanti che stiamo ricevendo soprattutto in questo periodo dell’anno dalle amiche e dagli amici che seguono e sostengono con l’abbonamento il nostro lavoro e la qualità dell’informazione che garantiamo. Ma ognuno, proprio come il suo, ha qualcosa di speciale. Perché il rapporto tra questo giornale con ciascuno dei suoi lettori è decine di migliaia di volte speciale... Mi piace dirlo, perché sono contento e grato e anche veramente orgoglioso che sia così e che lo sia ormai da più di quarantasei anni e con rinnovata e crescente forza nonostante le difficoltà prodotte dall’incredibile deterioramento, qui in Italia, di quell’indice di civiltà che è rappresentato ovunque dal servizio postale. Un servizio che oggi può essere raccontato in molti modi dai suoi vertici, anche suggestivi e affascinanti, ma che non è più un «servizio universale» visto che Poste Italiane (ancora tali di nome, ma sempre meno di fatto) stanno perseguendo – purtroppo con il supporto del mondo politico e dei governi che si sono succeduti in questi anni, compreso l’attuale – una desolante strategia di abbandono delle “periferie” del nostro Paese e di semi-abbandono di interi quartieri delle nostre grandi città.
Per questo abbiamo deciso di potenziare la consegna in edicola del giornale dei nostri abbonati. Per questo abbiamo perfezionato anche con il servizio (gratuito) di lettura dei testi (che ci è valso il premio Giovannini 2014 per l’innovazione tecnologica) le edizioni digitali di Avvenire che portano lo stesso giornale che mandiamo in stampa anche su computer, tablet e telefonino. Per questo abbiamo deciso che per via digitale – mentre le rotative dei centri stampa stanno ancora girando – «Avvenire comincia già a mezzanotte», cioè viene rilasciato immediatamente, appena fatto dalla redazione, sugli schermi di ogni abbonato che si registri a tale servizio (che è compreso nell’abbonamento). È uno dei modi con cui cerchiamo di dire grazie a lei e a tutti i nostri “compagni di sguardo” sull’Italia e sul mondo. E per onorare, secondo il mandato ricevuto dall’Editore, la dichiarata «ispirazione cattolica», che è inclusiva per definizione. Una scelta di campo serena e forte: sempre dalla parte della persona umana, al fianco di donne e uomini concreti, attenti all’ambiente naturale e morale in cui viviamo, felicemente liberi dall’ossequio a qualunque grande potere. Quel grazie, cara e gentile amica, oggi si fa augurio. Perché Gesù Cristo – Colui che offre ragioni alla nostra speranza, dà la direzione al nostro cammino e ci “accende” occhi e mani – torna a toccare la storia e le vite di tutti noi.