Una grande e bella piazza. Una voce forte e pulita. Una riunione pacifica, come sono sempre le manifestazioni di persone che non fanno guerre "contro" qualcuno o qualcosa, ma lanciano proposte e richieste in positivo, idee "per". La manifestazione “Difendiamo i nostri figli” a Roma, a San Giovanni, è stata un segnale positivo che “dal basso” del Paese reale è stato inviato a chi l’Italia la governa e a chi ne progetta e fa le leggi. È stata una richiesta di concreta attenzione e di vero rispetto per il "bene famiglia", e famiglia con figli. Bene solennemente riconosciuto e tutelato dall’articolo 29 della Costituzione, incredibilmente maltrattato da decenni di scelte e risposte politiche sul piano fiscale e dei servizi sbagliate, reticenti e (nel migliore dei casi) balbettanti, insidiato nella sua verità naturale e costituzionale da martellanti propagande ideologiche (che più di qualcuno vorrebbe trasformare in materia di formazione scolastica delle nuove generazioni) tese a cancellare l’idea stessa di paternità e maternità e, nel nome del “gender”, a negare la realtà della fondamentale dualità maschile-femminile.
Sì, una bella e grande piazza. Una piazza libera e civile. Una piazza abitata dalle parole di persone capaci di fede (non solo di religione cattolica, ma anche evangelica, e islamica, ed ebraica…) e di ragione, protagoniste di cittadinanza. Peccato solo per la pretestuosa e presuntuosa caduta di stile di un oratore, uno solo: Kiko Argüello. Ha ceduto al vizio di emulare e assecondare chi cerca di seminare zizzania nella Chiesa. Peccato, davvero.