Caro direttore,
domenica libera dal lavoro non essenziale? Con lo Statuto Albertino e anche con il Concordato del 1929 l’Italia era uno Stato confessionale, ma con la Costituzione della Repubblica e la revisione dei Patti tra Stato e Chiesa cattolica non lo è più. Personalmente, comunque, l’unica cosa che faccio la domenica è di andare in edicola a prendere “Avvenire” (comprese alcune copie che dono alla mia parrocchia). Buon lavoro.
Francesco Zanatta Brescia
Grazie, innanzitutto, per la sua passione d’Avvenire. Ma vengo subito al punto: non ci adoperiamo, caro amico, per motivi puramente confessionali per “Liberare la Domenica”. La domenica, il “Giorno del Signore” a noi cristiani non può togliercela nessuno, se noi non vogliamo. Ma assieme a sindacati e organizzazioni assolutamente laiche – come la Cgil, la Confesercenti e alcune importanti reti cooperative della grande distribuzione (penso alla toscana Unicoop) – ci battiamo idealmente e con i fatti per affermare una visione del lavoro e della vita personale, familiare e comunitaria che è parte integrante di un concreto e civile umanesimo. Questa cultura e queste buone pratiche la fede cristiana e la dottrina cattolica hanno contribuito a radicarle e sanno ancora illuminarle. Anche per un senso di fraternità che si fa «amicizia sociale », direbbe il Papa. Ed è vero.