mercoledì 19 febbraio 2014
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Gentile direttore, la prostituzione minorile è un fenomeno che si sta diffondendo e che si moltiplica anche grazie ai social network, che fanno da "cassa di risonanza", collegando tra loro persone di ogni luogo in tempo reale. Si va dai fatti del quartiere Parioli di Roma, a quelli di di Milano e di Como. Notizie di cui i media vanno ghiotti con l’obiettivo di soddisfare la curiosità della gente piuttosto che salvaguardare la salute psicologica – e non solo quella – delle ragazzine coinvolte. Dietro queste storie c’è anche il degrado familiare: genitori che anziché educare ai valori della dignità, del rispetto del proprio corpo, per elevare la propria condizione socio-economica trasmettono l’idea del guadagno facile. La famiglia deve avere un ruolo fondamentale per veicolare la buona educazione ai sentimenti, soprattutto attraverso il buon esempio. I giovani non hanno bisogno di prediche, ma di gesti e comportamenti concreti ispirati al bene. E poi c’è la scuola, il posto per eccellenza deputato all’educazione che in alcuni casi si dimostra non all’altezza. Ma che società stiamo costruendo? Che futuro intendiamo dare al Paese quando tanti ragazzi e ragazze restano senza punti di riferimento? Perché le istituzioni non cercano di arginare questa "deriva" di valori? Perché questo luogo così importante di conforto e di cura, non viene salvaguardato?
Rino Basili, Parma
 
Lei, gentile signor Basili, riecheggia domande e propone sottolineature che ci stanno a cuore e che stanno a cuore alla Chiesa italiana che proprio in questi anni, il secondo decennio di un secolo non più così nuovo, le ha poste tra quelle fondanti la "sfida educativa" che propone a se stessa, a tutte le istituzioni e agenzie culturali del nostro Paese e alle persone di buona volontà. Il prossimo 10 maggio, la grande mobilitazione «per la scuola» promossa dalla Cei attorno a Papa Francesco riunirà a Roma persone che in ogni angolo d’Italia sentono e testimoniano una responsabilità e una passione educativa che trovano eco forte nella sua preoccupazione. C’è tanto da mettere in campo per far sì che, in sinergia con la famiglia, la scuola resti – o torni pienamente a essere – il luogo e il tempo dove si formano persone tutte intere e capaci di relazioni forti, e non solo uno spazio in cui ragazzi e ragazze vengono istruiti alle più diverse "tecniche", comprese quelle sessuali. Posso assicurarle che su questo tema torneremo su, in molti modi, nelle prossime settimane.
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