martedì 1 dicembre 2015
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​Caro direttore,come responsabile parrocchiale (e vicariale) del “sostentamento del clero”, ho concluso domenica scorsa 29 novembre il mio impegno a perorare la “buona causa” di invitare i fedeli a darsi da fare per far sì che i propri sacerdoti abbiano di che sostenersi per l’esercizio del loro ministero. Devo ammettere che il mio compito questa volta è stato particolarmente difficile, a causa dei gravissimi fatti di cattivo esempio dato da qualche cardinale o abate che, smarrendo il senso del dovere, hanno dato scandalo alla comunità cristiana e non solo a essa. Il Cielo li illumini e faccia loro capire che non era questa la testimonianza che dovevano dare! Ma soprattutto mi chiedo: cosa se ne fa un cardinale di un appartamento davvero enorme; e come ha fatto ad accumulare tutti quei soldi per far “adattare” la sua residenza? Riuscirà davvero a trascorrere gli ultimi anni della sua vita senza un minimo ripensamento in quel bell’appartamento? Sono domande che mi sono fatto e continuo a farmi e spererei veramente di trovare una plausibile risposta perché non è facile dire alla gente di tirar fuori i soldi dalle proprie tasche per aiutare la Chiesa e i sacerdoti (con la crisi economica che attanaglia tante, tantissime persone) e poi scoprire che chi doveva dare per primo l’esempio di aiutare i poveri non l’ha fatto.Renato Sfriso, Venezia
Non è facile parlare del bene fatto e da fare, gentile e caro signor Sfriso, quando sembra giganteggiare il male commesso da chi ha (o avrebbe) tradito il proprio impegno con Dio e i propri doveri verso i fratelli nella fede e verso i poveri. Ma noi siamo quelli che non vogliono saperne di arrendersi al male, e di farsi mortificare dai cattivi esempi. Nel caso dell’ex (non per nulla ex...) abate di Montecassino, sono contento da cittadino di questo Paese e da cattolico di sapere che sta rendendo conto anche alla giustizia italiana. E mi ha confortato registrare che la nostra Chiesa italiana è pronta a costituirsi parte civile contro di lui se l’accusa di appropriazione di fondi della sua antica diocesi verrà confermata. Nel caso del chiacchieratissimo appartamento “da pensionato” ottenuto dal cardinal Bertone, posso solo dirle che spero ancora di venire a sapere che i «risparmi di una vita» di un uomo che ha ricoperto per lunghi anni gravose responsabilità nella Curia romana sono stati in realtà destinati a una delle meravigliose opere con le quali oggi come ieri i figli di Don Bosco, “famiglia” di origine del cardinale, servono i piccoli e i poveri in tutto il mondo. Marco Tarquinio
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