giovedì 17 ottobre 2024
Il fondatore della "Casa dei risvegli" di Bologna, che si prende cura delle persone con gravi cerebrolesioni acquisite, riflette sugli impegni dei "grandi" nel loro primo vertice globale sul tema
I ministri dei Paesi del G7 al vertice di Perugia sulla disabilità

I ministri dei Paesi del G7 al vertice di Perugia sulla disabilità - Ansa

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Assisi città della pace ha dunque accolto con pieno successo il primo G7 dedicato ai temi della disabilità, argomento trasversale che ha unito tutti i partecipanti e ha visto tanta confluenza di intenti. In tutto questo la ministra italiana Alessandra Locatelli è stata la protagonista-regista che ha saputo mettere sul campo realtà e argomenti dotati di luce propria e al tempo stesso valorizzandoli con un’empatia che – va riconosciuto – mai si era vista in un ministro referente dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, consesso che chi scrive frequenta fin dalla sua nascita. Una sintonia con il mondo della disabilità che si deve principalmente ai temi portati al confronto con gli altri Stati partecipanti, capaci di apprezzare linea e rigore italiani e di condividere così due parole importanti di questo G7: inclusione e accessibilità.

Molti hanno ribadito in tante lingue una frase cara a tutti – «nulla su di noi senza di noi» – ma c’è stato spazio anche per le testimonianze dirette di persone che vivono la disabilità e delle loro famiglie. Penso tra gli altri alla persona sordo-cieca della Lega del filo d’oro che si è laureata, o alla ragazza con sindrome di Down che ha il grande sogno di partecipare a “Ballando con le stelle” (e danza davvero bene). Tutti momenti di normalità che hanno posto all’attenzione casi di persone che ce l’hanno fatta, dietro alle quali sappiamo che c’è una moltitudine di altre persone che vivono in silenzio e affanno quella disabilità che non arriva alla normalizzazione ma che combatte per essere riconosciuta. La voce di tutti loro è risuonata al Castello di Solfagnano grazie ai panel su temi che vanno da inclusione e accessibilità alla vita indipendente, dai diritti di partecipazione all’intelligenza artificiale, allo sport per tutti. Un impegno a vasto raggio che Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano – rappresentanti delle due più importanti federazioni associative, Fish e Fand – hanno riassunto per tutti affermando l’importanza di «stimolare azioni sinergiche dei governi per il rilancio di un nuovo welfare, costruire politiche inclusive per garantire uguaglianza e pari opportunità, operare un cambiamento non solo a parole ma nei fatti».

Eccoci al punto stridente: perché se è vero che la disabilità ora acquista un posto di primo piano, al centro già del prossimo G20, è anche vero che nell’immediato le priorità ribadite nella “Carta di Solfagnano” – otto impegni globali condivisi dai protagonisti del vertice – sono di certo strategie importanti ma anche proclami che abbiamo tante volte visto, letto e diffuso, rispetto ai quali però le azioni hanno sempre stentato ad arrivare. Potrei citare i piani di azione dell’Osservatorio in questi anni, scaturiti da pressanti riunioni di gruppi di lavoro, che sono stati presentati e discussi ma poi hanno avuto una difficile applicazione sul territorio, per non dimenticare l’ultimo piano di azione dell’Osservatorio precedente all’attuale, rimasto nel cassetto. Dobbiamo però essere fiduciosi davanti alla nuova sfida che parte proprio da Assisi, al piano di azione del prossimo Osservatorio, alla promessa di un nuovo welfare, di una disabilità che viva di un approccio moderno. È bello sentire la rappresentante del Canada che parla di una nazione completamente accessibile e senza barriere entro il 2040. Speriamo davvero sia così, anche per noi. Magari un po’ prima.

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