Caro direttore,
ora comincia a essere più chiaro che la salvezza per tutti, cinesi, americani, russi, europei, africani, insomma, proprio tutti, sta nel contare. Contare bene. E ricontare per non incorrere in errore. Contare quanti giorni dura un chilo di riso. Contare quanta acqua si può risparmiare, di quanti oggetti si può fare a meno. Contare i soldi con la speranza, e il batticuore, perché continuino ad avere un valore decente. Contare i morti di pandemia e in Ucraina, i giorni di quella nuova guerra maledetta che vede tutti noi complici impuniti di un massacro. La salvezza potrebbe arrivare dai numeri e, soprattutto, dell’assunzione personale di responsabilità perché il mio scialo, il mio scarto, la mia idolatria e dismisura offendono e immiseriscono tutti. Buon lavoro
Walter Piombini Riva del Garda (Tn)
Sì, caro amico, comincia a essere più chiaro a ognuno di noi che anche il mio proprio stile di vita, se fatto di dismisura e di scarto e d’indifferenza, fa male. Impoverisce altri miei concittadini e concittadine, e comunque uomini o donne come me, e persino direttamente o indirettamente li rende in molti modi diversi vittima di sfruttamento e violenza. Tutto ciò è più evidente e chiaro, a tanti e quasi a ciascuno, a causa della nuova guerra aperta d’Europa, e contemporaneamente con il progressivo e palpabile aggravarsi della crisi climatica oltre che con la sfida tenace e subdola della pandemia. E, come lei dice, saper “contare” (nelle due accezioni, aggiungo, tener di conto e riuscire a pesare) diventa importante e persino decisivo. Perché porta a vivere con uno stile differente, più sobrio e fraterno che ci salva l’anima e il corpo, perché rende il mondo in cui siamo immersi e che ci è stato affidato abitabile e davvero migliore. Ma lo sapevamo già, volendo. L’importante è non dimenticarlo più.