Caro direttore, il premier ungherese Viktor Orbán, che tanto piace ad alcuni politici italiani, ha le idee davvero molto confuse. L’ineffabile politico ha sostenuto: «Una mescolanza delle razze è il vero pericolo della migrazione di massa. Gli ungheresi non vogliono mescolarsi». Vorremmo ricordare all’esimio Orbán che, già dagli anni 70 del Novecento, i biologi di tutto il mondo (con il nostro illustre genetista Luigi Cavalli-Sforza in testa) hanno dimostrato, grazie agli studi sul Dna, che le razze umane non esistono, e che è più fecondo (per tanti motivi) usare per gli umani la dizione di gruppi etnici. È sufficiente notare che, relativamente alla mappa genomica, le persone appartenenti a “razze” diverse sono molto simili fra loro. Se evochiamo gli animali, ad esempio un cane o un cavallo, è corretto usare l’espressione razze.
Inoltre, al premier ungherese dovremmo dire che il mescolamento dei gruppi etnici è un aspetto lussureggiante, connaturato al flusso delle popolazioni umane. Dovrebbe intuirlo perfino Orbán: la mescolanza etnica è un dato effettuale nelle nostre moderne e liberali società. La sua pretesa d’una svolta demografica immediata, «sennò l’Europa sarà presto sostituita da stranieri», è semplicemente ridicola. Il vero problema non è una «mescolanza di razze», ma l’esistenza, in Europa, e in altre contrade del mondo, di politici xenofobi e razzisti. La sua è una concezione mefitica e pericolosa. Qualcuno, in passato, provò a spaventare con la malsana teoria della “razza pura”. Sappiamo quanti lutti, dolore, devastazioni, ferite insanabili costui ha causato all’umanità.
Marcello Buttazzo Lequile (Le)
Sono d’accordo con lei, caro amico lettore. E credo che la responsabilità della politica in questa fase di nuovo bellica della storia (e della vita democratica) dell’Europa e del nostro Paese debba esercitarsi soprattutto nell'eliminare le idee e le mistificazioni più taglienti e odiose dal discorso pubblico. E non c’è nulla di più odioso e ingiusto di rimettere in circolazione visioni e concetti impregnati di xenofobia e di razzismo. Sono anche questi semi di guerra, e bisogna fermarne la velenosa diffusione. (mt)