Caro direttore,
l’apprezzamento al giornale che lei e la sua Redazione realizzate ci porta a scrivervi per farvi conoscere un’iniziativa partita dalla nostra scuola media, a Lavagna, cittadina vicino a Genova. Con l’inizio della guerra (l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia) abbiamo affrontato l’argomento con gli studenti. Abbiamo deciso di scrivere un cartellone da appendere fuori dell’ingresso della scuola “Sì alla pace no alla guerra” e mentre lo realizzavamo è nata l’idea di dare voce a ogni singolo studente per poter esprimere il proprio desiderio di pace. È partito così il progetto delle “cartoline per la pace” che consiste nello scrivere su di un cartoncino 10,5x 15 cm (formato cartolina) la parola “Pace” colorandola e personalizzandola, sul retro scrivere semplicemente nome ed età. Ci siamo poi posti il problema a chi inviare queste cartoline. Inizialmente ci sarebbe piaciuto inviarle al popolo russo, ma l’inizio delle sanzioni non permetteva che nulla entrasse più in Russia per posta, abbiamo quindi pensato all’ambasciata, ma temevamo non avrebbe dato alcuna importanza al nostro gesto, e allora abbiamo pensato di rivolgerci all’organizzazione nata proprio con lo scopo di preservare o riportare la pace tra i popoli: l’Onu. La nostra richiesta di pace è per sollecitare l’Onu ad agire per la Pace, a cambiare le sue regole se queste glielo impediscono. Abbiamo iniziato a creare le nostre cartoline in una classe, poi in tutta la scuola, seguiti da tutte le scuole della città comprese elementari e asilo (magnifici i bambini di 4/5 anni che hanno saputo esprimere la loro richiesta di pace con grande espressività). Abbiamo capito che più siamo e più forte è il nostro messaggio; abbiamo coinvolto altre scuole in altre città e anche all’estero. Vorremmo che tutti i bambini/e ragazze/ i del mondo potessero aver voce e esprimere il loro desiderio di pace. Abbiamo allora pensato di scrivere una lettera al presidente Mattarella per raccontargli il nostro progetto e dopo pochissimo ci ha risposto appoggiandoci e complimentandosi con noi e con gli insegnanti per l’iniziativa, questo è stato per noi motivo di orgoglio e desiderio che questa iniziativa si diffonda il più possibile.
Paola Serra Scuola Media Don Carlo Gnocchi Lavagna (Ge)
La pace è come la libertà. Preziosa e fragile eppure contagiosa. Se ci si abitua, non ci si rinuncia facilmente. A meno che non si finisca per dare pace e libertà per scontate, fino a non custodirle più e a usarle tanto male da maltrattarle e perderle. Per questo, cara professoressa Serra, è davvero importante e benedetto il lavoro che lei e i suoi colleghi della vostra bella scuola ligure – al pari di tanti altri insegnanti di tutta Italia – state facendo per consegnare a studenti e studentesse una colorata e solare consapevolezza del valore della pace, senza la quale non c’è vera libertà e viceversa. Non è libero l’uomo che è tenuto a uccidere altri uomini perché è “in guerra”. Non è libera la persona che fugge perché la sua città è diventata campo di battaglia. Non è libera l’anziana che deve rintanarsi in cantina per sperare di scampare a bombe e violenze. Non è libero il bambino strappato alla casa e all’affetto del papà e, a volte, pure della mamma... Alimentare la guerra è sempre nutrire quest’aspra mancanza di libertà. Chi dice il contrario, e magari parla di “eroismo” e “giuste ragioni” per sparare e distruggere, dice bugie. E ai più piccoli non si devono dire bugie. Si deve insegnare a stare accanto ai più deboli e che questo è l’unico modo per essere forti, e mai violenti... Grazie, gentile amica, per la sua e vostra semina di pace.