Caro direttore,
in questa vigilia di voto sono tremendamente disorientato. Il teatrino della politica non solo umilia noi vecchi, ma toglierà entusiasmo ai giovani. Sopra ogni altra questione sovrasta noi tutti la questione della guerra. Vedere governi e parlamenti incitare alla lotta la vittima di un’aggressione che dispone oggi di armi potentissime mi pare il segno di una generale cecità. Nessuno può amare Putin per quello che fa e ha fatto, ma non possiamo giocare a scommettere sulla vittoria di colui che ci chiede armi sempre più sofisticate. L’obiettivo è mettere alle corde la Russia? Pensiamo davvero che accadrà e che la Cina starà a guardare? Follia sopra follia. I nostri amici d’Oltreatlantico non hanno colto la pericolosità di sbandierare l’accusa verso i Paesi europei di essersi fatti corrompere da Putin alla vigilia di importanti voti politici? Quanti smemorati per i finanziamenti pericolosi (altro che 300 milioni di dollari) che gli Usa hanno fatto a casa loro, cioè nelle Americhe; e a casa nostra: i colpi di stato fascisti ma anche le follie commesse in Libia, Iraq, Afghanistan ecc. Tutte scelte che hanno destabilizzato l’Europa e arricchito qualche manciata di profittatori. Non ho paura che mi chiamino putiniano. Quando ero un deputato comunista sono sempre finito in commissariato nei Paesi dell’Unione sovietica: quando mostravo i miei documenti mi son sentito dire che i comunisti italiani erano i peggiori nemici dell’Urss. Di una cosa mi dolgo oggi, che noi dirigenti del Partito comunista di allora, tra di noi, perfino scherzavamo su quale dei Paesi socialisti visitati fosse il più fascista. Tutti concordavamo per dare la palma alla Ddr, ma non avevamo il coraggio di dirlo nelle piazze. L’unico discorso fuori dal coro è, oggi, quello di papa Francesco. E sono ammirato del suo coraggio solitario e di continuare a cercare un confronto perfino con quella Chiesa ortodossa che non ha esitato a benedire la 'crociata' di Putin. Per tanti anni recitavo il mantra che la Chiesa doveva star fuori dalla politica. Mai avrei immaginato di poter desiderare oggi un 'partito del Papa'. Per quello, oggi, pur essendo ateo e non credente, potrei perfino votare, vincendo la tentazione di astenermi.
Alessandro Tessari filosofo, già parlamentare della Repubblica
E io, caro professor Tessari, seguo il suo stringente ragionamento e prendo atto della sua 'confessione'. Con un pacifico abbraccio.