Caro direttore,
sono un docente di storia e filosofia nei licei e affezionato lettore di "Avvenire". Ho già usato in precedenza alcuni vostri fondi e articoli della sezione "Agorà", molto interessanti e lucidi, come spunto per interventi a lezione e per tesine da suggerire ai maturandi. Questa volta desidero ringraziarvi per la serie dal titolo "Pagine di storia civile e cristiana": sono la migliore risposta all’obiezione sciatta che la Chiesa predica tanto e fa poco per i poveri, gli immigrati e i profughi. Come ha scritto Roberto Colombo, i cristiani "praticano" più che "predicano" la carità e la possono predicare a testa alta proprio perché la praticano. Da millenni e anche in questo tempo. Sarà un’interessante provocazione che vorrei lanciare ai miei studenti nell’anno scolastico che tra poco inizia.
Alfonso Rossetto, Genova
Gentile direttore,sono molti anni che leggo "Avvenire", ma è la prima volta che le scrivo una lettera. Lo faccio per congratularmi con lei e il suo quotidiano per la bellissima e molto utile sequenza di articoli su alcune "pagine" della disponibilità di noi cattolici, guidati dai pastori o dai santi, ad accogliere nelle chiese chi è senza tetto, senza pane e senza lavoro. Quale migliore risposta a chi vuol chiudere la porta in faccia alle decine di migliaia di profughi che arrivano in Europa e nel nostro Paese che mostrare loro come noi italiani siamo saliti sulle stesse "carrette del mare" oltre un secolo fa e abbiamo attraversato l’oceano in cerca di quello che loro oggi cercano? E di sapere che tanti nostri connazionali sono morti in questi viaggi della disperazione e della speranza? Per accogliere bisogna avere la consapevolezza di essere stati noi per primi accolti, dall’amore di Dio anzitutto e poi da quello dei fratelli. Grazie per avercelo ricordato in diversi modi, e in particolare con le parole chiare e profonde di don Roberto Colombo. Con un cordialissimo saluto.Carlo Rottabella, Pordenone
Caro direttore,da tanti anni sono un affezionato lettore di "Avvenire" e ringrazio lei con tutta la redazione, perché trovo il giornale dei cattolici italiani sempre più interessante. In particolare, ho apprezzato moltissimo in questi giorni la serie di articoli di Roberto Colombo dedicata alle "Pagine di storia civile e cristiana", che trovo di grande attualità e che dovrebbe insegnare qualcosa a chi strumentalizza l’opinione pubblica intorno al problema degli immigrati e dei profughi. Con grande stima per l’encomiabile impegno del nostro giornale su tutti i fronti.don Demetrio Guarato, Meledo di Sarego (Vi)
Gentile direttore,
ormai non passa settimana che l’onorevole Salvini non attacchi la Chiesa e i vescovi per i loro inviti ad aprirci maggiormente all’accoglienza dei poveri disgraziati che sbarcano in Italia e in Europa e a non considerali «invasori». Credo che non valga la pena di alimentare ulteriori sterili polemiche. La risposta più bella che ho trovato nel suo quotidiano sono gli articoli di don Colombo che stanno uscendo in questi giorni. A differenza di Salvini, che - lei ho già ricordato - parla molto e fa poco o niente i credenti, come è scritto in uno di questi editoriali, "hanno le spalle coperte" da una montagna di carità, un’evidenza storica e attuale che nessuno può negare, a meno di chiudere gli occhi per non vedere. Come, appunto, taluni politici in cerca di voti facili fanno. Grazie per il contributo di "Avvenire" nel fare chiarezza su questo punto. Buon lavoro.
Gianni Nestore, Pavia