Caro direttore,
le stragi degli innocenti ormai violentano mezzo mondo, dall’Europa, sempre più nel mirino, all’Egitto, dallo Yemen alla Thailandia fino al principale teatro dei massacri, la Siria. La reazione è senza una bussola. L’Occidente, ma non solo, è spaccato in due. Tra chi predica l’attacco militare fino in fondo, e chi confida nelle ultime risorse della via diplomatica. Papa Francesco ha detto chiaro e tondo che è in corso la terza guerra mondiale. Penso che proprio lui potrebbe essere l’arma segreta vincente, se incontrasse o andasse a trovare in pellegrinaggio gli ayatollah e gli imam più ascoltati e disposti, e li invitasse a promuovere una campagna di mobilitazione generale per frenare la corsa del terrorismo. La storia è dalla sua parte. Il predecessore, Giovanni Paolo II è riuscito nella “missione impossibile” di essere protagonista determinante nella caduta del muro delle storiche divisioni. Papa Bergoglio è rispettato e stimato in ogni parte del mondo e a prescindere dalle appartenenze religiose. L’islam moderato, che conta la stragrande maggioranza dei popoli a maggioranza musulmana, può essere risolutivo per salvarci dalle angosce del futuro, purché si decida a scendere in campo, denunciando, smascherando, isolando, rinnegando e schiacciando la serpe che gli cresce in seno. Se alzasse, anche in ordine sparso, forte e chiara la voce di condanna della violenza e delle eresie, la causa del terrorismo potrebbe finire in briciole, svuotandone le motivazioni e ridimensionando la carica di attrazione anche tra i giovani europei. Altrimenti il perdurare dei silenzi o dei mezzi toni, non farebbe che alimentare i sospetti di omertà e compiacenze.
Romano Bartoloni
Non so, caro Romano, se la storia stia già dalla parte del Papa. Vorrei che fosse così. E comunque so che la storia degli uomini e delle donne va continuamente umanizzata e che in questo “lavoro” eccellono coloro che hanno Dio accanto, perché in Lui confidano e a Lui si affidano, parlando e agendo con amore e senza timore. Credo che il suo pellegrinaggio di pace, che lo porta a incontrare tutti e a escludere davvero nessuno, papa Francesco l’abbia cominciato il giorno stesso dell’elezione. E che lo stia proseguendo con saggezza e coraggio. Per quanto mi riguarda cerco, a fatica, di essere capace di una speranza ben più forte di quella che ho, cioè di una speranza che somigli a quella del Papa e sappia resistere alle disillusioni. E continuo ad attendere che altri uomini di fede, soprattutto i leader musulmani in terre a maggioranza islamica, trovino la forza, le parole e i gesti per farsi voci e pellegrini di pace seguendo l’esempio di Francesco. Con la stessa chiarezza. Con la stessa purezza.IL GIUBILEO: TANTE PORTE SANTE CHE SI APRONO IN TUTTO IL MONDOGentile direttore,sono d’accordo con il Papa, il Giubileo è ancora più opportuno quando si parla di guerra e di vendetta. L’antico spirito giubilare auspicava la liberazione degli schiavi, la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni per ricostituire l’originaria eguaglianza e far riposare la terra affinché tutti potessero godere dei frutti spontanei. L’Anno Santo non sia solo una Porta che si apre ai fedeli, ma tante porte diffuse che si aprono nel mondo. Come si sa, o meglio come si dovrebbe sapere, non è necessario venire a Roma per chiedere perdono a Dio, perché il “luogo del perdono” può essere la parrocchia e il villaggio, nella propria comunità e con il vero prossimo. Vorrei che purificazioni spirituali e indulgenze lasciassero il posto alla promozione della pace tra Stati e tra le genti raccogliendo l’aspirazione dei popoli a una più elevata spiritualità nella giustizia e nella libertà. I problemi di sicurezza si innescano a mio parere solo con il pellegrinaggio di massa, facile occasione per il terrorismo. Ingenti finanziamenti, turismo, affari, speculazioni nella città ospitante fanno il resto. Papa Francesco come Celestino V ripudia la mondanità. Perdono, preghiera, riconciliazione e coerenza al Vangelo sono necessari in un tempo nel quale gli orrori della guerra si potrebbero manifestare in forme mai viste.
Celeste Murgia, Monastir (Ca)Apprezzo lo spirito della sua lettera, che – come ho ricordato ieri rispondendo a un altro lettore – è assai vicino a quello della Bolla Misericordiae Vultus con la quale papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario. Quanto alla intensità del rischio generato da un terrorismo fanatico come quello che si è scatenato di nuovo contro di noi europei, essa è forte comunque, anche nella ordinaria quotidianità, come dimostra purtroppo la lunga serie di crimini compiuti in questi anni nel Vicino Oriente, in Nord Africa e contro altri obiettivi occidentali. Marco Tarquinio