Caro direttore,mentre mi accingo a recarmi presso l’Aipd (Associazione italiana persone Down) per caricare la mia macchina con gli scatoloni delle cioccolate che domenica prossima saranno distribuite in varie piazze d’Italia, mi domando se queste "Giornate" abbiano un senso. Poi apro il giornale e trovo ben due notizie sull’argomento. La prima è che una mamma ha ritirato dall’asilo la propria figlia perché un’operatrice ausiliaria che lavora nella scuola ha la sindrome di Down «pur avendo tutte le carte in regola per svolgere quel lavoro», come ha precisato la responsabile della struttura. «Non voglio che mia figlia - ha spiegato la madre - stia con quella ragazza» La seconda è che il famoso settimanale satirico francese "Charlie Hebdo", nella vignetta di copertina, per attaccare una ex ministra accusata di razzismo (!) la disegna con la faccia di una bambina con sindrome di Down (alludendo alla figlia Down di Charles De Gaulle). Beh, forse celebrare la Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down è ancora necessario...
Francesco Giovannei, RomaSono totalmente d’accordo con lei, caro amico: certe "Giornate" come quella che domani l’Italia dedica alla persone con sindrome di Down servono, eccome. Purtroppo anche nelle nostre evolute società non mancano i casi di memoria labile, di palese insensibilità e di regressione più o meno (in)consapevole al luogo comune, al sospetto e al pregiudizio verso le diversità. Non è questione di "politicamente" corretto, ma di umanità, di giustizia e, in definitiva, di verità. Grazie per il suo impegno di padre e di cittadino.Marco Tarquinio