sabato 2 gennaio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
I DUE ANGELI Sotto agl’albero di pere so’ due angeli di Dio quanno Roma s’abbattezzava tutto gliu munne s’elevava Isce e damme e dammenna na ’ranata e dammelle due noci e castagne bona festa e Capodanno e se nun me la voi dà nun me fa tanto pinnià E pe’ santo Saleveste mitti li fichi alla canestra mittacille assai assai ca la panza nun me fa male e se nun me lo voi dà ca te puzzi ’nfracidà Isce e damme e dammenna na ’ranata e dammelle due noci e castagne bona festa e capodanno e se nun me la voi dà nun me fa tanto pinnià Questo canto augurale di questua raccolto a Tremensuoli di Minturno (Latina) è ormai da anni uno dei brani più eseguiti del repertorio della Chiarastella. Nel territorio dei Monti Aurunci, un’ampia area geografica compresa tra il Lazio meridionale e l’alta Campania, la tradizione del canto di questua del 31 dicembre in onore di San Silvestro costituisce ancora un momento centrale della vita delle comunità del territorio, non solo per la sua connotazione storico-religiosa ma anche perché svolge una funzione bene augurante. Secondo un’antica e tramandata credenza locale a Sessa Aurunca, così come a Gaeta, Formia e in altri piccoli paesi della zona, il canto è capace di tenere lontano il male per tutta la durata del nuovo anno. La musica che accompagna questo genere di canti è caratterizzata dall’uso di alcuni originali e appariscenti strumenti a percussione, costruiti artigianalmente dagli stessi esecutori. Fra questi un ruolo determinante è rappresentato dal tipico tamburo a frizione. Denominato in ogni paese con un termine diverso ( cute cute, buche buche, zuchete zu, etc), questo antichissimo strumento è costituito da una canna, preventivamente legata e fissata al centro di una pelle che viene collocata su di una botte di piccole dimensioni che funge da cassa armonica. Facendo scorrere la mano bagnata lungo la canna, la pelle sottostante produce un suono cupo, ingigantito dalla cassa armonica. A Sessa Aurunca il testo del canto è un misto di storia e leggenda e si articola su due parti narrative: la prima descrive alcuni eventi relativi alla Natività di Nostro Signore mentre la seconda è legata al personaggio storico di Costantino Imperatore che, secondo la tradizione locale, si convertì alla religione cristiana dopo che ebbe in sogno San Silvestro.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: