Gentile direttore, scrivo nella speranza che lei con il suo giornale possa darmi qualche notizia sulle scelte che il Governo sta facendo circa il “bonus nido”. Si tratta, come ben sa, per decisione assunta in passate stagioni politiche, di un contributo dato alle famiglie, in base all’Isee, per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati. Dalle scarne notizie che trapelano dalle varie “bozze” non ufficiali non ho capito se tale bonus sarà rinnovato o meno, ma neanche ora che il testo è arrivato alla Camera trovo qualcosa che si riferisca a questo. Neanche la ministra Roccella ne ha fatto menzione. Il contributo arriva alle famiglie e permette a queste di pagare le rette del Nido che come sa sono di importi significativi.
Nel nido che io gestisco stiamo cercando di mantenere le rette basse (da 380 a 440 euro) sostenendo noi con liberalità che cerco tra i parrocchiani restanti 16mila euro per coprire i costi di gestione. Se il bonus non venisse rinnovato, la retta dovrebbe alzarsi a dismisura e la “colpa” chiaramente ricadrebbe sulla scuola dichiarata “insensibile” ai problemi delle famiglie e non certo su questa misura non più rinnovata. Sono certo che nel giornale potrò leggere qualcosa in merito. Il Governo dovrebbe fare ciò che è giusto per non metter fuori gioco famiglie e scuole paritarie. Grazie ancora della buona informazione che “Avvenire” garatisce.
don Carlo Velludo, parroco di Maser, Coste, Crespignaga, Madonna della Salute (Tv)
A quanto ci risulta, gentile e caro don Carlo, il cosiddetto “bonus nido” è ormai strutturale, cioè non ha bisogno di essere confermato ogni anno. E sarà così se non intervengono fatti nuovi sconvolgenti, ma si procede consolidando e costruendo un sistema armonico di regole e sostegni alle famiglie con figli. Secondo le informazioni raccolte dal mio ottimo collega, Marco Iasevoli, la mancanza di risorse emersa nell’ultimo scorcio di quest’anno 2022 era già stata – e meno male! – affrontata e risolta. Per il 2023 la misura risulta finanziata con una dotazione di 552 milioni. Complimenti per la generosa e tenace “resistenza” sua e della sua comunità parrocchiale nel garantire un così importante e purtroppo scarso servizio pubblico.
Dedico la sua fatica a tutti coloro che faticano ancora a comprendere che la società civile, e in essa le comunità cristiane, sono ancora e sempre capacissime di fare cose buone per tutti con iniziative “dal basso” che qualcuno chiama con intento limitativo (se non dispregiativo) “private”. Ma pubblico, ripetiamolo ancora una volta, non è sinonimo di statale. Quando questo ridiventerà consapevolezza comune sarà un bel giorno... Grazie, spero che queste informazioni rasserenino lei e la sua comunità. Buon lavoro. (mt)