Caro direttore,
per essere sottoposti a regolare processo a Norimberga, per crimini di guerra, sono necessari almeno due “requisiti”, anzi tre. 1) esseri vivi. 2) Non essere evasi. 3) Aver perso la guerra. Mussolini, criminale di guerra, fu processato sommariamente e fucilato a Giulino di Mezzegra (28 aprile 1945). Il suo corpo, poi, insieme a quello di Claretta Petacci e altri gerarchi, venne esposto al ludibrio a Piazzale Loreto (Milano). Hitler, invece, preferì suicidarsi prima di essere arrestato dai russi nel bunker di Berlino, insieme a Eva Braun. Stalin, che invase e si spartì la Polonia con i nazisti nel 1939, che massacrò migliaia di ufficiali polacchi e milioni di contadini ucraini e tutti gli oppositori o presunti tali, non venne mai processato in quanto si sedette alla Conferenza di Yalta (4 febbraio 1945) insieme a Franklin Delano Roosevelt (Stati Uniti) e Winston Churchill (Gran Bretagna). Josef Mengele, “Angelo della morte”, in qualità di medico a Auschwitz nel 1944, sottopose ebrei e prigionieri di guerra a torture ed esperimenti scientifici. Nonostante ciò, riuscì a sfuggire al processo di Norimberga rifugiandosi in Sud America. Morì annegato mentre faceva una nuotata in Brasile nel 1979. Allo stato attuale Vladimir Putin ha un solo requisito per essere processato nella ipotizzata nuova “Norimberga”: è vivo, ma non ha ancora perso la guerra e non è evaso perché è sempre libero. Forse lo “zar” deve temere un altro processo, a cui nessun grande (pensiamo a Napoleone o agli stessi Stalin e Hitler), può sfuggire: il Tribunale della storia.
Stefano Masino Asti
Sono d’accordo con lei, caro dottor Masino. Ma sottolineo che i Tribunali sono almeno due: accanto al Tribunale della storia e prima di questo c’è il Tribunale di Dio. Che non è come i nostri, anche se la retta coscienza ci aiuta a immaginarlo se non proprio a capirlo. Certamente, lì, non contano i pregiudizi e le propagande, che è invece difficile ma non impossibile che reggano anche per parecchio tempo alla storia «scritta dai vincitori» o addirittura negata dagli irriducibili della manipolazione. Parecchio tempo, però, non è per sempre se sappiamo tenere viva la memoria e i veri, irrinunciabili princìpi di civiltà. Tutti coloro che hanno orecchie per intendere e occhi per vedere, che credano o meno, possono poi sapere ciò che del Tribunale di Dio ci è stato detto da Gesù stesso (cfr. Mt 25,31-46), e cioè che è “luogo” della misericordia e dell’essenziale e piena chiarezza sulla nostra bene o male usata umanità.