Com’è bella e luminosa una scelta di fedeltà decisa, perseguita e realizzata insieme per oltre cinquant’anni. Com’è ricco di doni, di sorprese, di avvenimenti, un percorso cominciato insieme e lungo il quale, con volontà tenace e responsabile di bene, si riesce a mantenere la rotta anche quando il vento soffia forte e confonde le traiettorie.
Per il credente conta la grazia di Dio, certo, quel sigillo impalpabile di un sacramento d’amore accolto e vissuto per tutta la vita, non come evento magico capace di teleguidare e orientare automaticamente la vita della coppia al di là della volontà personale, ma come riferimento interiore di una decisione insieme meditata e insieme accolta, insieme rinnovata e insieme conservata giorno dopo giorno.
Al termine del rito funebre, Romano Prodi ha spiegato che con la sua Flavia quella promessa di felicità è risuonata, certo in modo diverso e con accenti ora più tenui, ora più incisivi, per tutti i giorni della loro vita. E non ha contagiato beneficamente soltanto il loro percorso coniugale ma, come un fermento salutare che non smette di fecondare tutto ciò con cui viene a contatto, ha trasformato la famiglia, ha accompagnato i figli, ha generato nuove energie per la vita sociale e politica di cui entrambi, in maniera diversa, sono stati protagonisti di primo piano.
Non dovremmo mai stancarci di mettere luce, di illustrare, di motivare, di ribadire il valore pubblico della fedeltà di coppia. Scelta intima, che si costruisce nella quotidianità di un rapporto a due, che si consolida nella relazione domestica ma che diventa nel tempo testimonianza sociale, prova di come possa esistere un vitalismo positivo, una ricerca di felicità, anche con una coerenza affettiva che rifiuta la tendenza oggi dominante del consumismo relazionale.
E quell’amore che resiste e che cresce diventa esempio buono per tutti, quindi ha valore anche politico.
Non è stata meno emozionante la tenerezza composta che hanno saputo mostrare per tutta la vita Flavia e Romano Prodi, rispetto ad altri più celebrati modelli esistenziali, perché si intuiva che lo stile di quell’amore saldo impregnava di coerenza anche le loro scelte pubbliche con la trasparenza di chi non ha nulla da nascondere, né ha bisogno di alternare le maschere dentro e fuori casa.
E ora, quanta soddisfazione lascia la consapevolezza che la morte fisica non disgrega la sintonia dei cuori, non annulla l’amore che si è costruito in due. C’è la sofferenza di una separazione fisica che pesa nel cuore e toglie il fiato, ma c’è anche un altro calendario da sfogliare insieme, in modo diverso, nel mistero di un’attesa ancora impastata di terra e che già profuma di cielo. Perché amore “per sempre” vuol dire appunto senza fine. Promessa d’eternità. Anche se ora ci sembra tanto difficile da comprendere.
Flavia Franzoni e Romano Prodi nel giorno del loro matrimonio - Fotogramma