C’è un amaro sapore di
déjà vu nella decisione assunta ieri dal ministro Lorenzin a proposito dei cosiddetti farmaci
off label. Un’iterazione quasi demagogica di schemi un po’ logori che prevedono l’annuncio di terapie tampone quando ormai il morbo si è scatenato. Ma quando si tratta di interventi rilevanti per la salute, chi governa e chi fa le leggi non avrebbe il dovere di adottare la stessa logica di ogni buon medico di famiglia? E cioè prevenire più che curare? Invece nel caso dei due colossi farmaceutici Novartis e Roche – multati dall’Antitrust per essersi accordati, favorendo la diffusione sul mercato di un farmaco più costoso rispetto a un altro economicamente più accessibile – il rimedio rischia di essere adottato a tempo largamente scaduto. Non vorremo concludere che l’operazione è riuscita, ma il paziente è defunto... C’è in gioco, da un lato, il dovere da parte dell’autorità sanitaria di verificare l’affidabilità dei farmaci, ma anche la libertà delle case farmaceutiche di sperimentare molecole sempre più efficaci e di proporle sul mercato. In mezzo ci sono i diritti dei malati che non possono in alcun modo essere intaccati né da valutazioni di opportunità politica né da interessi commerciali. Nel caso dei farmaci in questione – e forse in altre circostanze, vedi questione Stamina – questo delicato equilibrio non è stato rispettato. Per anni si è taciuto sulla reale efficacia terapeutica di due prodotti considerati simili, accettando che un farmaco di prezzo accessibile pensato per patologie oncologiche venisse utilizzato al posto di un medicinale per la maculopatia molto costoso. Prezzi diversi e medesima efficacia? Gli esperti sono divisi e la questione è tutta da approfondire, compresa quella degli effetti collaterali, presenti nel farmaco di minor prezzo. Ora il Ministero annuncia che le verifiche saranno portate avanti direttamente dall’Aifa e che, nel frattempo, i farmaci
off label potranno essere utilizzati. Ma in questo modo non si rischia di perseverare nell’errore? Non sarebbe opportuno concedere il via libera solo a sperimentazione avvenuta e a risultati acquisiti? Quando c’è in gioco la salute di una persona la cautela non è consigliata. È obbligatoria. Tanto più da parte del Ministero della Sanità.