venerdì 7 dicembre 2012
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Gentile direttore,
a proposito di Ici e immobili della Chiesa, ho dovuto "sopportare" per l’ennesima volta la disinformazione e la tracotanza di chi è abituato solo a sparlare. Nonostante il giornale, da lei magistralmente diretto, abbia iniziato a occuparsene ormai da anni con estrema chiarezza, il solone Crozza, a inizio puntata di Ballarò di sabato sera ha "sparato" contro la Chiesa cose trite e ritrite. Oltre l’ignoranza elefantiaca, la cosa che mi dà più fastidio è l’ironia su cose serie: e c’è anche chi lo applaude! Avrei voluto chiedergli se fosse o meno disposto a "investire" in carità i più che lauti compensi che da troppo tempo riceve dalla Rai... Avrei voluto invitarlo ad andare negli ospedali, nelle carceri, negli istituti con pluriminorati, per tossicodipendenti, malati di Aids, alle mense Caritas... e in tutte quelle strutture, tenute da laici cristiani, suore, frati e preti che sono a servizio delle persone sofferenti. Le chiedo, quindi: perché qualcuno di "Avvenire" (penso a lei stesso o a Folena o a qualcuno dei suoi bravi colleghi) non va in uno di questi programmi a dire, con dati alla mano, come stanno veramente le cose? Ho l’impressione che noi cristiani, talvolta per troppa prudenza, rischiamo di non rendere servizio alla Verità.
Paolo Moretti, Monte​silvano (Pe)
Capisco la sua indignazione, gentile signor Moretti. È il solito insopportabile tic del "disco incantato". Anche Crozza ripete quasi per inerzia, contro la verità dei fatti e attaccando la Chiesa, quella che da qualche anno – grazie a ben note grancasse politiche e mediatiche – era diventata la (non) verità "ufficiale" sulla questione Ici/Imu applicata al mondo del non profit.
È più solo, Crozza, perché diversi importanti mass media hanno finalmente inquadrato la questione nei giusti termini. Eppure lui insiste, perché la sua satira ha evidentemente ragioni che la ragione non conosce, ma la propaganda anticattolica sì. Me ne dispiace per lui e per chi, guardandolo, perde la pazienza. Quanto al far sentire la nostra voce, noi di "Avvenire" non abbiamo mai esitato a farlo. Non sempre c’è voglia di farla risuonare e, dunque, certi signori e signore della tv fanno a meno di invitare noi o quelli che, come noi, possono parlare con i dati di realtà alla mano. O magari – è capitato anche a me – ci invitano predisponendo 'accerchiamenti' totali. Ma non ci scoraggiamo neanche per questo.
La verità è tenace, e viene sempre a galla.
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