Luciano Corradini
Come avrà avuto modo di notare, gentile professore, nelle settimane successive all’annuncio del vescovo Crociata, segretario generale della Cei, si sono moltiplicate le notizie di diocesi che hanno avviato iniziative a sostegno delle famiglie più provate dagli effetti della crisi economica. Creazione di fondi, accordi con banche, interventi della Caritas, per arrivare fino ai vescovi – quelli dell’Umbria – che hanno devoluto alla solidarietà con chi è nel bisogno una mensilità del loro – peraltro non lauto – stipendio. Nessuno può negare che la Chiesa si sia mossa con solerzia, mobilitandosi per sovvenire, al meglio delle sue possibilità, ai bisogni più urgenti. Si può però far finta di non accorgersene, insistendo a dare visibilità sui media solo a ciò che può essere addebitato come negativo – vero o artefatto che sia –, ma la gente vede come vivono e operano i suoi preti e anche da questa circostanza trarrà elementi per giudicare secondo verità. Certo le dimensioni della crisi sono così esorbitanti che non è pensabile di poterle compensare con la buona volontà e la generosità delle comunità cristiane, però sono convinto che queste iniziative al di là dei risultati materiali, contribuiranno a definire la bussola da seguire per individuare i comportamenti virtuosi che, reclamati ora a gran voce, dovranno essere mantenuti e consolidati nel momento in cui la crisi cesserà di mordere brutalmente il Pianeta. Parsimonia, sobrietà, prudenza, fiducia e solidarietà sono termini evocati sempre più spesso come necessità inderogabili per avere un’economia sana. Importante che chi sta al governo sappia guidare il Paese con fermezza, acume e lungimiranza – quella che si può esercitare quando si è nel pieno della tempesta –. Alla sua credibilità concorrerebbe indubbiamente una presa di posizione risoluta sulla riduzione drastica di quanto nella spesa dello Stato è ascrivibile a privilegio o rendita indebita, a partire dall’aspetto più evidente e irritante, gli emolumenti e i 'benefit' dei parlamentari e dei membri degli organismi costituzionali, per scendere a cascata a Regioni e Province. Altre idee sono tutte benvenute. Certo è che, come emerge nitidamente dalla sua lettera, siamo realmente tutti sulla stessa barca: tenerla a galla è il migliore servizio che possiamo rendere anche a noi stessi.
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