Gentile direttore,
in questo periodo le associazioni del settore commercio e grande distribuzione chiedono aiuti al governo per contenere i costi dell’energia. Affermano che a differenza di industrie che possono sospendere per un giorno settimanale la produzione, loro non possono chiudere perché sono un servizio essenziale. Ma una soluzione per ridurre i costi energetici c’è. Chiusura domenicale, come accade in quasi tutte le nazioni europee, con notevoli risparmi e sicura approvazione da parte di tantissimi dipendenti.
Mario Ferrazzi
La sua proposta è un po’ l’uovo di Colombo, gentile e caro amico. Fa risparmiare energia e fa bene alla vita delle persone. Un’idea condivisa da tanti. Da tutti coloro che – come noi cristiani – non si rassegnano all’idea di giorni tutti uguali consegnati al “culto” del consumo e si battono per “liberare” almeno un giorno della settimana, la domenica, da ogni dovere e servizio lavorativo non strettamente essenziale. Un’idea condivisa e da chi vorrebbe rifare della domenica – come abbiamo scritto molte volte su queste pagine – il «giorno di Dio, delle persone care, della comunità». Il giorno di Dio per chi crede, delle persone care e della comunità per tutti, comunque credano e comunque la pensino. Tanti addetti ai lavori, nel mondo sindacale come in quello degli imprenditori (soprattutto, ma non solo, piccoli) spingono per questo. Chi ha le leve del potere in Italia non si decide mai a spingere nella giusta direzione e neanche l’attuale crisi energetica sembra dare un impulso decisivo, ma ci sono segnali di iniziative “dal basso”. Sarebbe meglio, anche se siamo in campagna elettorale, anzi forse proprio per questo, se arrivasse un segnale univoco e concorde anche dal cosiddetto “alto” della politica.