Gentile direttore,
sono un’insegnante di scuola primaria e le scrivo per raccontarle del grande entusiasmo con cui gli alunni della classe Quinta hanno accolto l’iniziativa “Leggiamo il quotidiano”. Grazie al progetto “Scuola Attiva e Avvenire” i ragazzi ogni settimana ricevono l’edizione con l’inserto “Popotus” che presenta l’attualità con modalità e linguaggio adeguati con interesse, leggendo non solo l’articolo di apertura e il suo editoriale o la sua risposta ai lettori, ma anche altri articoli. Infatti, questi “nuovi giovani lettori” sono sempre più incuriositi dalla cronaca presente nelle pagine interne sia di “Popotus” sia di “Avvenire”. Spero che questo percorso dia loro gli strumenti per poter conoscere e valutare con capacità critica la realtà che li circonda, rendendo le ragazze e i ragazzi cittadini consapevoli e intellettualmente liberi. Gli alunni della classe Quinta A primaria dell’I.C. Domenico Savio (Potenza) ci tengono molto a ringraziarla per il suo lavoro di direttore e la salutano con tutti i suoi colleghi e alla loro età, ma i miei alunni non rinunciano a leggere pressoché quotidianamente almeno la prima pagina del giornale dei “grandi”. Il giovedì aspettano con ansia e curiosità l’arrivo del quotidiano cartaceo che sfogliano colleghe, augurando buon lavoro.
Sabina Vignola, I.C. “D.Savio” Potenza
Piccoli lettori e nuovi cittadini crescono: lei, gentile e cara insegnante, mi conferma una notizia doppiamente buona per tutti noi. Per questo lavoriamo e per questo ormai da ventisei anni aggiungiamo “Popotus” ad “Avvenire”. Cerchiamo di far appassionare alla lettura i più giovani, perché la solidità (cartacea e digitale) dello strumento-giornale è una ricchezza che non possiamo perdere nel tempo dell’informazione liquida e anche frastornante che viviamo. Formiamo lettori, dico spesso, per noi e probabilmente anche per altri giornali perché i cristiani che di mestiere fanno i giornalisti sanno di dover essere liberi e responsabili e di dover servire l’intelligenza e la libertà di coloro ai quali si rivolgono (san Paolo VI ci diceva «fate il bene, non cercate solo di farvi dei clienti»). Cerchiamo di dare una mano perché i piccoli di oggi e grandi di domani sappiano, a loro volta, fare del mondo un posto migliore, cioè più giusto e in pace, di quello che la nostra generazione ha realizzato e che continua a sconvolgere nonostante tutto ciò che ormai sappiamo sulla guerra, sull’inquinamento, sul riscaldamento globale, sulla cattiva economia, sugli attacchi e le manipolazioni della nostra comune umanità. Ma ci sono all’opera anche tanti costruttori e ricostruttori, e ci sono buoni maestri e buone maestre tra i giovani e i giovanissimi che già chiedono di fare la propria parte. Dobbiamo ascoltarli, dobbiamo meritare ascolto, dobbiamo saper parlare loro e con loro. Grazie di cuore a lei e a ogni sua alunna e suo alunno.