Preghiera a Gerusalemme - ANSA
Avvenire raccoglie #vocidipace. Per non arrendersi alla guerra
Cosa ci dice la Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione? L’iniziativa indetta dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre si fa carico dell’angoscia che coglie davanti alla nuova, drammatica crisi mediorientale. Ed è insieme proposta di un gesto che impegna tutta la persona, nello spirito e nel corpo. Ma se l’invito della Cei, «in comunione con i cristiani di Terra Santa», è rivolto «alle comunità diocesane», la suggestione di una giornata di condivisione arriva ben oltre il perimetro della Chiesa. Perché chiede di impegnarsi personalmente a offrire uno spazio della propria vita a una ferita che ci riguarda da vicino e a farla propria. Avvenire rilancia ed estende questo invito a chiunque sente che la tragedia di questi giorni, e le tante che sfigurano il nostro tempo, non può rimanerci estranea. Condividete con noi le vostre #vocidipace: desideriamo amplificarle e metterle in comune, anche oltre la Giornata del 17, per renderle più forte, generatrici di speranza dove ora sembra esserci solo spazio per il fragore delle armi. Scrivete la vostra riflessione a vocidipace@avvenire.it
Guerra tra Israele e Hamas, la Santa Sede «disponibile alla mediazione»
Un attacco "disumano", quello di Hamas contro Israele. Ma «anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità». E soprattutto, occorre al più presto esplorare ogni spiraglio di possibile negoziato, con la Santa Sede come sempre disponibile alla mediazione, per evitare altri spargimenti di sangue, «come sta avvenendo a Gaza, dove ci sono molte vittime civili innocenti a seguito degli attacchi dell’esercito israeliano». Così si è espresso il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in una intervista ai media vaticani, seguita alla visita compiuta in mattinata all'ambasciata di Israele presso la Santa Sede, per portare la solidarietà e la vicinanza spirituale all'ambasciatore Raphael Schutz dopo l'attacco di Hamas.
Manca il sacerdote per dire la Messa? Liturgie con diaconi e laici
Manca il sacerdote per dire la Messa domenicale? Anche in Italia prendono sempre più campo le liturgie della Parola con la distruzione della Comunione come “risposta” all’impossibilità di celebrare l’Eucaristia festiva. Ad animarle diaconi o laici che vengono incaricati dal prete o dal vescovo per il servizio. Avvenire racconta storie e comunità in cui si vivono queste esperienze che si stanno imponendo soprattutto nel Centro-Nord di fronte alla riduzione del numero dei sacerdoti. Non sono “Messe senza il parroco”, come certa stampa ha sintetizzato, ma celebrazioni già previste dal Concilio e dal Codice di diritto canonico. Le liturgie della Parola domenicali si tengono soprattutto nei piccoli paesi oppure nei borghi di campagna e di montagna dove è sempre più difficile garantire la presenza costante del sacerdote, magari perché sotto la sua cura ricadono molteplici parrocchie. I fedeli apprezzano la proposta perché “la chiesa non viene chiusa e si può celebrare comunque il giorno del Signore”. Dalle diocesi l’avvertenza: le liturgie con diaconi e laici non equivalgono alla Messa e l’Eucaristia resta il centro della vita cristiana. (Giacomo Gambassi)
A Carpi il crocifisso è tornato in aula alla media Focherini
Il crocifisso torna al suo posto, nelle aule della scuola media Odoardo Focherini di Carpi. Nei giorni scorsi, un gruppo di genitori e insegnanti aveva chiesto alla Dirigente scolastica Federica Ansaloni di ripristinarne la presenza alle pareti del plesso, dopo che, a seguito di una ristrutturazione estiva, era stato tolto. Nella missiva, inviata alla preside, famiglie e docenti chiedevano ragione del gesto ed esprimevano "delusione per le modalità adottate e per i tempi scelti”. Poi la notizia dell’avvenuta riaffissione dei crocifissi in tutte le aule. Non si tratta di una marcia indietro, però, secondo il Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari, bensì di un fraintendimento di fondo: «Nessuno aveva disposto la rimozione dei crocifissi: semplicemente, non erano stati ancora rimessi dopo la riqualificazione estiva degli spazi», ha detto Versari ad Avvenire. Qui la cronaca di Chiara Pazzaglia e il commento di Francesco Ognibene.
Accoglienza ai migranti, cosa insegna la (quasi) assoluzione dell'ex sindaco Mimmo Lucano
La quasi-assoluzione in appello dell'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e della sua giunta rappresenta una svolta nella battaglia culturale e politica relativa alla criminalizzazione della solidarietà. La pesante condanna ricevuta in primo grado, oltre tredici anni di carcere, appare ora abnorme e immotivata. La vicenda si aggiunge a una serie di casi giudiziari in cui i protagonisti di iniziative di accoglienza verso profughi e migranti sono stati colpiti non solo da veementi campagne politiche e mediatiche, ma anche da accuse che li hanno costretti a difendersi: Carola Rackete, padre Mussie Zerai, gli attivisti di Baobab a Roma, i coniugi triestini Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, dell'associazione Linea d’Ombra... «Occorre vedere in queste ripetute inchieste giudiziarie, quasi sempre destinate al fallimento o a magri risultati, uno dei frutti più tossici di un clima culturale avvelenato: un clima in cui l’accoglienza è esposta al rischio costante di essere scambiata per un atto sovversivo, di attacco alla sovranità statuale e al controllo (selettivo) dei confini. E in cui di fatto si finisce per intimidire e scoraggiare chi si mobilita per soccorrere e aiutare», come scrive Maurizio Ambrosini in un suo commento.
Groenlandia, contraccezione forzata sulle donne inuit. «Avevo 14 anni, ora racconto la mia storia»
Aveva appena 14 anni, Naja, quando un medico introdusse una spirale nel suo corpo. Nessuno aveva chiesto il suo permesso né quello dei suoi genitori. Era il 1974 e il governo della Danimarca, a cui apparteneva la Groenlandia, aveva messo in atto un programma di controllo delle nascite tra la popolazione nativa, gli inuit, in nome della modernizzazione e in gran parte all'insaputa delle stesse protagoniste. Moltissime di quelle ragazze sono rimaste sterili, altre hanno avuto problemi a concepire, forti dolori addominali e infezioni, Fino all'anno scorso nessuno sapeva nulla, ma poi la ferma determinazione di Naja Liberth, nel frattempo diventata psicologa, ha portato a una causa collettiva contro il governo danese. Racconta la sua storia ad Antonella Mariani la stessa Naja.
E Ligabue si chiede: Dio si sente solo?
Il suo album, uscito il 22 settembre, si intitola Dedicato a noi; ora Ligabue è in tour in tutta Italia. C'è un titolo che ha incuriosito il nostro Massimo Iondini, che ha intervistato l'artista: Chissà se Dio si sente solo? La canzone «nasceva come un elenco di paure. Stiamo vivendo un inizio di decennio terribile fra pandemia, guerra, effetti disastrosi del surriscaldamento globale, migrazione, disagio sociale, femminicidi... Tutto questo produce un aumento delle paure, che sono spesso l’una l’opposto dell‘altra. Ovvero la paura di essere come gli altri ma anche di non essere come gli altri. La paura che non esista Dio e la paura che ci sia. Il primo risultato è che la paura ci rende ancora più soli. Così, pensando a una umanizzazione di Dio, mi è venuto di colpo il dubbio: chissà se Dio si sente solo? Il focus della canzone è che Dio si senta un po’ abbandonato da noi».
Sardegna, cercasi meteorite (caduto nei boschi). «Chi lo trova ci chiami»
La notizia è arrivata direttamente dall'Istituto nazionale di fisica (Inaf): un meteorite è caduto l'8 ottobre scorso in Sardegna, dalle parti di Armungia per l'esattezza, un piccolo paese di 400 abitanti a 65 chilometri da Cagliari. L'oggetto è una pietra del diametro di 4, forse 5 centimetri, dalla forma allungata. Ma il suo valore è inestimabile perché «tra i “fireball progenitori di meteoriti” triangolati dalla nostra rete ne mancava uno insulare». Insomma, è il primo ad essere caduto su un'isola. E l'Inaf invita a dargli la caccia, con alcune avvertenze che potete scoprire qui.
Il Vangelo di domenica 15 ottobre commentato da padre Ermes Ronchi / IL PODCAST
«(Il re) mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”».
Credere è una festa. Dobbiamo essere pronti - ASCOLTA IL PODCAST
Il terremoto in Afghanistan, la strage di Pasqua in Sri Lanka e il cardinale Sako: il meglio degli altri
1) Afghanistan, le testimonianze dai luoghi colpiti dal terremoto: «È il caos totale» da Vaticannews.va
2) Strage di Pasqua 2019: i vescovi dello Sri Lanka chiedono al governo i report internazionali da Asianews.it
3) Il cardinale Sako esule nel suo Iraq: costretto a lasciare Baghdad per Erbil da mondoemissione.it