venerdì 8 marzo 2024
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Più donne, meno guerre: la nuova iniziativa di Avvenire (oltre l'8 marzo)

La guerra non ha un volto di donna, diceva la scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievich. Nella storia sono gli uomini che decidono, comandano e prolungano i conflitti, e le donne le prime vittime. Lo abbiamo visto anche in questi mesi: donne come bottino di guerra, stuprate e rapite, donne uccise nei bombardamenti insieme ai loro figli. A costo di inevitabili generalizzazioni, Avvenire ha deciso di dedicare l'8 marzo 2024 e i mesi a seguire alle donne per la pace, raccogliendo le testimonianze di oltre 20 tra Premi Nobel, mediatrici, attiviste per i diritti umani, negoziatrici di tutto il mondo. Occorre far sedere le donne ai tavoli da cui sono normalmente escluse, per dare una nuova speranza alla convivenza tra popoli. E' una questione di equità e di giustizia, ma anche di opportunità. Lo sguardo "nuovo" delle donne aiuta a mettersi dalla parte delle vittime. Seguiteci sulle pagine del giornale sul sito online e sui social. Perché, come ha detto il Papa, «il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono».

Sedie vuote da riempire. Cominciamo dalle parole di Marco Girardo

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Quegli atleti italiani con la pelle scura: e ora si apra una discussione seria sullo Ius soli

Mattia Furlani, Lorenzo Ndele Simonelli, Zaynab Dosso, Yeman Crippa, Larissa Iapichino, Marcell Jacobs, Fausto Desalu... Che cosa hanno in comune le storie di questi atleti straordinari? Sono tutti giovani gentili e umili, vincenti e capaci di indossare meravigliosamente la maglia azzurra della nazionale di atletica leggera. E sono tutti italiani con la pelle scura. Mauro Berruto si chiede quanto le loro vittorie servano per aprire finalmente una discussione seria e non ideologica sullo Ius soli, lo Ius culturae, lo Ius scholae e su ogni forma possibile di rispetto del diritto di cittadinanza. "Non è più rinviabile una discussione seria circa quel milione di minori, nati in Italia o arrivati qui, che parlano con l’accento dialettale, che sono i compagni di classe e di sport dei nostri figli, ma che non possono essere italiani fino al raggiungimento del diciottesimo anno di età".

Dossieropoli: le quattro lezioni che si possono imparare da una brutta storia

La nuova dossieropoli all’italiana (i migliaia di utenti controllati da un finanziere) condizionerà il dibattito politico, giudiziario e mediatico delle prossime settimane e avrà conseguenze ampie e imprevedibili su persone e istituzioni. Ma anche questo scandalo passerà invano se il Paese non sarà in grado di raccogliere le “lezioni” che ne vengono fuori. Le prime battute dell’inchiesta ne presentano già quattro di lezioni, e rilevanti: le elenca il nostro Marco Iasevoli. La prima, l’assenza o la debolezza di controlli e verifiche è sempre il primo cuneo in cui si infilano i cosiddetti “servitori infedeli”, che possono avere fini economici, politici e “misti”, con danni anche alla sicurezza nazionale. La seconda, il sistema dell’informazione deve fare un serio e rigoroso esame di coscienza, alla luce della Costituzione e non nascondendosi dietro la Carta, sui metodi con cui si prova a orientare il dibattito pubblico. La terza, se non si proteggono con responsabilità i sistemi informatici che sostengono la lotta alla criminalità, si dà a un pezzo (trasversale) di politica un’arma potentissima per gettare, con l’acqua sporca, anche il bambino. La quarta lezione, la più importante, è la necessità assoluta di non pregiudicare con errori e omissioni la credibilità di una creatura nata per volere di Giovanni Falcone, la procura nazionale antimafia, facendo così il gioco della criminalità organizzata.

Intimidazioni ai sacerdoti, le parole di don Ciotti: non lasciateci soli nella nostra lotta contro l'illegalità

Sul tema delle intimidazioni ai sacerdoti del Mezzogiorno da parte delle mafie, di cui abbiamo scritto nella newsletter della scorsa settimana, vogliamo proporre oggi le parole di don Luigi Ciotti: "Vogliamo che la gente veda che viviamo il Vangelo senza compromessi, senza timidezze, senza paura. Per questo i sacerdoti minacciati non vanno lasciati soli. Devono sentire che la comunità cristiana cammina compatta insieme a loro. In questa come in altre circostanze, dobbiamo ribadire che c’è una totale convergenza tra la servitù al Signore e il servizio per il bene comune. È ovvio che siamo contro l’illegalità, la corruzione, le mafie, ma il nostro impegno dev’essere soprattutto per. Siamo chiamati a costruire quelle opportunità in positivo che sono la prima forma di prevenzione del malaffare: educazione, diritti, giustizia. Percorsi che diano libertà, dignità e speranza alle persone. Tanti vorrebbero che ci limitassimo a predicare e “curare la salute delle anime”. Ma noi abbiamo il dovere di pensare al benessere dei nostri fratelli e sorelle già qui sulla terra, di curare la salute dei rapporti sociali e aprire delle brecce persino dove sembra impensabile".

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I giudizi sintetici (e il "gravemente insufficiente") alle elementari fanno discutere

A quattro anni dall'Ordinanza ministeriale che introdusse i giudizi descrittivi, ora il governo vuole ripristinare alla scuola primaria il giudizio sintetico. In pratica, al posto di "In via di prima acquisizione", si troverà "Insufficiente" e così via. La riforma è inserita in un emendamento al disegno di legge sul voto in condotta, che sarà presto votato in Parlamento. Con una apposita ordinanza del Ministero dell'istruzione e del merito sarà poi stabilita la graduatoria dei giudizi. E, almeno stando a una recente intervista al ministro Valditara, pare che il governo sia intenzionato a inserire anche il "Gravemente Insufficiente". Una decisione che non convince i pedagogisti, che ritengono il giudizio sintetico "punitivo" per i bambini e non in grado di rappresentare davvero il percorso dell'alunno. Dal ministero rispondono che, invece, i giudizi descrittivi non sono agevolmente comprensibili dalle famiglie. Sta di fatto che contro la riforma è stata avviata una petizione online che, in una settimana, ha già raccolto quasi 10mila firme.

Altro che secoli bui: il Medioevo fu illuminato dai monasteri

Altro che secoli bui: il Medioevo fu illuminato dai monasteri. Se nei primi secoli dell’era cristiana si discusse sull’opportunità di studiare greci e latini, l’era di mezzo rifulse per la scelta nei monasteri di approfondire le scienze e i classici. Da Cassiodoro a Gerberto, da Eugippio a Rabano Mauro: Roberto Righetto illustra come lo studio di Lidia Buono "Medioevo monastico nello specchio dei libri" (Fondazione Cisam) offra un prezioso contributo alla comprensione del ruolo svolto fin dal V secolo dai monaci nella valorizzazione del sapere per il vivere civile.

Perché le lucciole brillano al buio? Merito dei geni "homeobox"

Perché le lucciole brillano al buio? La spiegazione va ricerca nei geni chiamati homeobox, che hanno funzioni ben consolidate nello sviluppo degli insetti, e che sembrano essere i responsabili della loro iconica bioluminescenza. A scoprirlo gli scienziati dell'Università Agraria Huazhong, in Cina, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature Communications per rendere noti i risultati del loro lavoro. Ma questi bellissimi insetti bioluminescenti in realtà sono in pericolo: le loro popolazioni sono in declino in tutto il mondo, visto l’aumento dei fattori di minaccia, come per esempio il disboscamento - perdita di aree verdi, foreste ma anche parchi cittadini - l'inquinamento luminoso e lo smog.

Il Vangelo di domenica 10 marzo commentato da padre Luigi Verdi

Il Vangelo di domenica 10 marzo commentato da padre Luigi Verdi.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: [...] Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. ASCOLTA QUI IL PODCAST

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