Più controlli (e coscienza). Le quattro lezioni di una brutta storia
venerdì 8 marzo 2024

La nuova dossieropoli all’italiana condizionerà il dibattito politico, giudiziario e mediatico delle prossime settimane e avrà conseguenze ampie e imprevedibili su persone e istituzioni. Ma anche questo scandalo passerà invano se il Paese non sarà in grado di raccogliere le “lezioni” che ne vengono fuori. Le prime battute dell’inchiesta ne presentano già quattro di lezioni, e rilevanti.

La prima, l’assenza o la debolezza di controlli e verifiche è sempre il primo cuneo in cui si infilano i cosiddetti “servitori infedeli”, che possono avere fini economici, politici e “misti”, con danni anche alla sicurezza nazionale.

La seconda, il sistema dell’informazione deve fare un serio e rigoroso esame di coscienza, alla luce della Costituzione e non nascondendosi dietro la Carta, sui metodi con cui si prova a orientare il dibattito pubblico.

La terza, se non si proteggono con responsabilità i sistemi informatici che sostengono la lotta alla criminalità, si dà a un pezzo (trasversale) di politica un’arma potentissima per gettare, con l’acqua sporca, anche il bambino.

La quarta lezione, la più importante, è la necessità assoluta di non pregiudicare con errori e omissioni la credibilità di una creatura nata per volere di Giovanni Falcone, la procura nazionale antimafia, facendo così il gioco della criminalità organizzata.

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