La storia dell'agricoltura è storia di continua innovazione tecnologica. E la tecnologia serve per produrre meglio in meno tempo, con meno fatica, costi e rischi. Un tempo l'innovazione nei campi era rappresentata dal trattore, oggi ci sono i droni, ma anche i sensori e le app. Gli strumenti sono cambiati, ma gli obiettivi
dell'innovazione restano. E le nuove tecnologie digitali, insieme a robotica e automatizzazione possono rendere le attività agricole e delle filiere agroalimentari ad essa connesse più pulite, meno impattanti, più salutari e redditizie dal punto di vista economico.
Di smart agricolture si è parlato a Trento, durante i giorni del 13° Festival dell'Economia dedicato proprio al rapporto tra lavoro e tecnologie.
Un'occasione per evidenziare i vantaggi di queste nuove applicazioni e per raccontare le best practice più interessanti. Come quella della Valposchiavo in Svizzera, a pochi chilometri dal confine con la Lombardia. Un territorio che ha puntato, una decina di anni fa, a una conversione delle attività agricole e della filiera enogastronomica per raggiungere un obiettivo apparentemente ambizioso: diventare 100% biologica. Ma con il coinvolgimento di contadini, ristoratori, albergatori e cittadini il traguardo è molto vicino dall'essere raggiunto e la percentuale è già oggi superiore al 90%.