Tre fiumi malati e pericolosi. Troppo alluminio e piombo, troppo azoto ammoniacale e nitrico e troppi batteri d’escherichia coli nei fiumi Isclero, Sabato e Calore perché non intervenisse la Procura della Repubblica, chiedendo e ottenendo dal Gip il sequestro degli scarichi urbani non depurati.
Storia vecchia, legata a depuratori mai realizzati. Sette comuni sanniti lasciano da molti anni che le acque reflue finiscano nei fiumi senza alcuna depurazione. Il risultato – secondo gli inquirenti – è "un inquinamento significativo e misurabile", come hanno dimostrato le analisi effettuate dall’Arpa Campania.
Le "notevoli criticità dei fiumi beneventani" erano già state accertate da un’indagine nel 2009 e anche segnalate alle amministrazioni comunali, ma – sottolinea la Procura - "a oggi non sono state risolte".
E mentre le locali associazioni ambientaliste temono che, cavalcando l’urgenza, il rimedio possa essere peggiore del male (come la costruzione di un grande depuratore prevista da anni in una zona a rischio), la Rete delle professioni di Benevento (della quale fanno parte ad esempio Confindustria e Ance) manda una nota al Prefetto sostenendo che "la delibera relativa agli scarichi fognari della città comporterebbe la totale paralisi delle attività commerciali, artigianali, industriali e di edilizia in genere".