sabato 5 maggio 2018
Un laboratorio nell'oratorio di Olivella, una canzone di successo trasformata con un testo che interroga sull'handicap... ed è subito un successo
La vita è una danza: disabili ballano e cantano sulle note dello Stato sociale

Io non sono più perso, non mi sento diverso e d’amore riempio i polmoni. Se ancora ti ostini sei cieco, sei fuori…”. Lo cantano i Ragazzi Speciali del “Lab... Oratorio” che da due anni opera all’Oratorio Giovanni Paolo II di Olivarella, retto da don Stefano Messina, a San Filippo del Mela. Cantano, sulle note di “Una vita in vacanza” de Lo Stato Sociale, che “La vita è una danza”.

Interrogano la società e diventano virali: in dodici giorni su youtube sono stati guardati da 800mila persone e più di 21.500 lo hanno condiviso il loro video sui social. E il flusso non si ferma. Ma che c’è da guardare? La location è il Castello di Milazzo.

Al centro ci sono i ragazzi: oltre 30 che vivono in una zona che va da Terme Vigliatore a Villafranca. Cantano, ballano, saltano. Con loro gli operatori. Di fianco le mamme che guardano intenerite i loro figli, fanno il tifo per loro. Poco distante chi, invece, li prende in giro per ciò che sono e per quello che fanno. Ed è con loro che, in musica, i ragazzi parlano. “Mi chiami diverso o handicappato, qualcuno mi dice che sono stonato. La mia condizione – cantano, con il testo scritto da Saverio Mancuso -, ne sono sicuro, ti porta a pensare un oscuro futuro”. E ancora: “Tu sei bello sempre, tu sei laureato; io bello per mamma, per gli altri sgraziato. Tu sempre perfetto, sei sempre gellato; io ho qualche difetto: mi chiaman malato”. L’essere ignorati, derisi, disprezzati non li scoraggia: sanno che c’è una possibilità. “Se tu ti fermassi a guardare oltre, magari vedresti che anch’io sono umano. Vedrai che ho sofferto, saprai che ho lottato. Se solo guardassi con gli occhi del cuore, allora, sai, tu sì che capirai!”. Cosa? Lo dicono loro stessi, in coro: “La vita è una danza, si salta e si balla”.

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